Tre portieri contro l’influenza

Tre portieri in campo erano l’ambizione segreta del paron Nereo Rocco, puro «fiol de Trieste», che fu allenatore dei rossoalabardati tanto cari a Umberto Saba, e poi del Padova e del Milan, ma soprattutto fu uno che diceva: «La partita ideale è quella che finisce 0-0».
Nessuno, finora, si era mai sognato di metterla in pratica, questa «pratica» anomala che darebbe qualche garanzia in più all’inviolabilità della rete, ma farebbe anche a pugni con lo spettacolo. Nessuno ci aveva mai provato, dunque, ma solo fino all’ultimo turno del campionato di Seconda Categoria, quando il Sant’Ambrogio di Uscio s’è trovato improvvisamente a corto di riserve per la partita col San Lorenzo. Tutta colpa dell’influenza che ha decimato la squadra costringendo il mister Carlo Mazzini - uno che non si ferma per così poco - a riciclare in attacco e sulla fascia due suoi pupilli stipendiati come portieri.
Considerando lo stato di «panchina corta» e la sostanziale inefficacia degli antibiotici, Mazzini ha chiamato Gandolfo e Benvenuto, colleghi del Terrile che già custodiva la rete con profitto, e ha chiesto loro di scendere in campo, ma un po’ più avanti del solito. Per farla breve: Gandolfo di punta, Benvenuto - una vera e propria rivelazione - a spazzare la fascia.


Successo strepitoso: il Sant’Ambrogio ha vinto a mani basse. E guai a insinuare che l’arbitro ha chiuso un occhio quando Gandolfo e Benvenuto, vittime innocenti dell’abitudine, hanno passato il pallone con le mani...

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