(...) da Vincenzi (Lorenzo e Roberta Acquarone con Arturo Flick) puntano subito il dito sullirricevibilità del ricorso. Non entrano a piedi uniti nel merito, non sbattono in faccia agli «avversari» e al giudice le prove dellassenza di conflitto di interesse. Partono dai cavilli, che certo non devono essere trascurati, ma che magari politicamente non danno esattamente lidea della ragione del sindaco. «Innanzitutto il ricorso deve essere dichiarato irricevibile perché proposto da soggetti privi di legittimazione attiva», attaccano i legali. Tutto perché la legge dice che la richiesta di decadenza del sindaco può essere avanzata solo «da qualsiasi cittadino elettore del Comune, o da chiunque altro vi abbia interesse». Mentre Abbondanza e Castiglion si sarebbero mossi come presidente e vice dellassociazione che «non ha (o comunque non ha dimostrato) alcun interesse personale concreto e attuale a chiedere laccertamento delle pretese cause di incompatibilità». Poi, per sostenere che il giudice non deve mettere becco sulla nomina del sindaco, gli avvocati spiegano che «il ricorso è comunque anche inammissibile per essere stato proposto prima della convalida dellelezione del sindaco e dei consiglieri».
Fin qui i motivi tecnico-burocratici, ai quali la «Casa della legalità» replica decisa: «Lassociazione non ha interessi nella vicenda? Vadano pure a leggersi il nostro Statuto che è depositato nellapposito registro della Regione - ribattono Abbondanza e Castiglion -. La trasparenza nella pubblica amministrazione è la ragion dessere del nostro sodalizio. Quanto alla nomina del sindaco e dei consiglieri, facciamo notare che la Vincenzi è subentrata a Pericu il 31 maggio scorso, essendo stata nominata formalmente eletta. E comunque è dura far data dalla ratifica del consiglio, visto che alla prima seduta in Sala rossa si sono dimenticati di votare la delibera. A proposito, come mai non lhanno fatto? Cosa aspettano a votarla?».
Poi cè la parte del merito. «Il ricorso è comunque infondato nel merito - proseguono gli avvocati della Vincenzi - dal momento che non sussiste alcuna incompatibilità che impedisca alla prof. Marta Vincenzi di ricoprire la carica di sindaco». Perché è vero e incontestabile che Bruno e Malvina Marchese sono soci di maggioranza, ad esempio della società Igm ma, scrivono i legali, «è altrettanto vero che la predetta società non ha alcun rapporto negoziale qualificabile come appalto di servizi con lamministrazione comunale». Qui la faccenda si complica. Perché la Vincenzi sostiene che il conflitto di interesse ci potrebbe comunque essere solo per quanto riguarda gli appalti diretti, non i subappalti. Cioè «esula dal presente giudizio ogni verifica riguardante presunti rapporti negoziali con soggetti affidatari diretti e/o indiretti di incarichi da parte del Comune e/o con strutture societarie che operano in coordinamento con il Comune». Questo è laspetto che sottolineano dalla Casa della legalità. «Secondo loro basta quindi dare un appalto a una società e poi fare in modo che questa lo giri a un parente perché la cosa sia lecita? - si chiedono provocatoriamente Abbondanza e Castiglion -. È singolare questa precisazione, visto che non mostrano nulla sui subappalti dei parenti del sindaco».
Lultima sfida è sulla lettera che il 19 giugno, quattro giorni dopo la fissazione delludienza da parte del giudice, Bruno Marchese ha spedito allAutorità portuale di Genova (il sindaco è membro di diritto nel comitato portuale) per rinunciare allincarico di collaudatore. «E meno male che non cera nulla di strano», attaccano i firmatari del ricorso. «È stato fatto a fini meramente cautelari», spiegano gli avvocati della Vincenzi.
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