In trecento alle Stelline per inventarsi un futuro (aspettando Alfano)

Un incontro ieri mattina con il governatore Roberto Formigoni («Per parlare di Expo e infrastrutture. Ma anche di partito») e uno già in agenda con il premier Silvio Berlusconi lunedì prossimo («Parleremo dell’assurdità di limitare al 4 per cento le spese di gestione per la società Expo. Ma anche di partito»). E c’è giurare che sarà questo il piatto forte. Per Guido Podestà una tela da tessere «perché io qui in Provincia ho un ruolo importante e di cui sono felice, ma non ho nessuna intenzione di non occuparmi del Pdl». E il primo incontro chiarificatore con il coordinatore regionale Mario Mantovani e quello nazionale Ignazio La Russa, ci potrebbe essere già questa sera a Roma. Alla vigilia del consiglio nazionale di domani che incoronerà Angelino Alfano segretario unico del Pdl. E, probabilmente, Formigoni nella ristrettissima squadra dei reggenti. Nomine che comporteranno la modifica dello statuto che nella nuova versione assegnerà ai congressi l’elezione dei coordinatori regionali oggi nominati direttamente da Berlusconi.
Temi di cui si è discusso fino a notte nell’incontro organizzato martedì alle Stelline dai fedelissimi di Podestà. «Ma a cui, assicura l’assessore Cristina Stancari - hanno partecipato tutte le anime del partito». Ciellini, ex An, socialisti, uomini di Mantovani. «In un clima molto costruttivo. Trecento persone e un centinaio di interventi. Critiche, ma nessuna polemica e nessun attacco alle persone». Alla fine la richiesta più condivisa è stata riassunta nel trinomio «partecipazione, meritocrazia e congressi». Presente anche Stefano Maullu che in molti indicherebbero come uno dei possibili candidati a traghettare il partito fino al congresso. Sempre che, come auspica Formigoni ma anche il vice coordinatore regionale Viviana Beccalossi e i ministri lombardi, lo scontro non arrivi in tempi rapidi a una ricomposizione. «Possibile - assicura un uomo vicino a Podestà - se gli sarà concesso di sedere a un tavolo che conta e non a un tavolino tanto per farlo stare zitto». Le accuse a Mantovani? «Di essere la persona meno adatta a includere le diverse componenti».

Come invece è ritenuto indispensabile, soprattutto in un momento di difficoltà come questo. E poi la richiesta di ritirare quella lettera in cui Mantovani chiedeva il controllo del Pdl sugli uomini nominati dagli enti istituzionali nei cda delle società e il divieto dei doppi incarichi. «Un assurdo».

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