In trecento urlano: «No alle strisce blu o tutti in piazza»

In trecento urlano: «No alle strisce blu o tutti in piazza»

Francesco Gambaro

Alla fine erano in 300 a gridare «No alle strisce blu, sì al referendum, altrimenti blocchiamo la città. Vergogna, vergogna». L'ira della Foce venerdì sera si è abbattuta come una falce sull'assessore al Traffico Arcangelo Merella e sul nuovo piano di sosta a pagamento che porta la sua firma. Dopo l'assemblea pubblica di giovedì a Carignano, l'altra sera è toccato ai residenti della Foce scendere in campo per protestare contro le anomalie della «Blu Area».
La sala parrocchiale di Santa Zita alle 20.30 era già piena come un uovo. Tanto che un centinaio di cittadini sono rimasti fuori. E non hanno gradito. L'arrivo di Merella (con mezz'ora di ritardo) è stato accolto da cori di scherno e da un applauso liberatorio. Che si è trasformato in un boato quando l'assessore, illustrando le alternative alla zona blu, si è lasciato sfuggire: «O si mantengono le zone a sosta limitata, che in mancanza di controlli, però, generano abusivismo e non funzionano, oppure non si fa niente e rimane tutto come una volta». A seguire, due minuti di urla e applausi. Ma indietro non si torna. L'esperimento s'ha da fare e si farà. Magari con qualche modifica in corso d'opera. Come l'eliminazione delle sottozone nelle quali sono state suddivise Centro, Foce e Carignano. In base al piano oggi chi abita, per esempio a Tommaseo, non può sostare in piazza Palermo e viceversa. Tutto il contrario di Torino dove i residenti, oltre a pagare 8 euro e non 25 di balzello annuale, possono parcheggiare in tutte le sottozone comprese nella macrozona di competenza. L'assist del presidente di circoscrizione Pasquale Ottonello («Proporrò di superare le sottozone») è raccolto al volo da Merella: «Sono d'accordo con chi dice che creano confusione. Non abbiamo alcun problema a eliminarle». Ma sul tappeto i cittadini hanno sbattuto anche altre questioni, sulle quali l'assessore al Traffico è stato meno conciliante. È il caso dei 300 euro per chi possiede la seconda auto. Troppi per i residenti che vorrebbero la tariffa unica di 25 euro per tutte le vetture. Per Merella quello dei 300 euro è «un problema che riguarda una parte molto marginale della cittadinanza, pur riconoscendo che si tratta di una cifra importante». «Buu» dalla platea. Che invita l'assessore a dare le dimissioni. L'atmosfera è incandescente. Tra strepiti, insulti e inviti alla buona educazione da parte della moderatrice Rosanna De Luca, prende la parola Pasquale Ottonello. È sua l'idea di un referendum consultivo sulla zona blu al termine della sperimentazione. Per Merella si può fare. Per la gente anche. «Ma subito, non dopo la fase sperimentale», tuonano i cittadini. L'assessore nicchia. Come quando gli chiedono di rinviare il pagamento della tariffa di 25 euro dopo i tre mesi di prova. "Non so", dice Merella. Meglio non illudersi. Molti criticano i 2 euro all'ora per i non residenti. Laconica la replica dell'assessore al traffico: «È una cifra allineata ai centri di tante città. Ed è l'unico modo per consentire una sufficiente rotazione dei parcheggi, scoraggiando le soste lunghe». Buone notizie solo sul fronte delle due ruote. Il comitato della Foce chiede parcheggi per le moto ogni due palazzi. «È un'ipotesi da prendere in considerazione», risponde l'assessore. Ma il clima resta pesante. Il più duro è il signor Maraldo: «Quella che ci fate pagare - scandisce - non è una tassa, ma un'imposta. La tassa, infatti, è il corrispettivo di un servizio che l'ente locale rende al cittadino. Qui dov'è il servizio?». Merella: «I 25 euro servono a coprire le spese per il rilascio del contrassegno».
La folla rumoreggia. Ogni dieci minuti parte un coro dal fondo: «Non le vogliamo le strisce blu». Sarà il ritornello di tutta la serata. A proposito. Quando parte alla Foce la Blu Area? In teoria il 15 novembre, «Ma non abbiamo premura di iniziare.

Lo faremo solo quando gli ausiliari del traffico saranno pronti e sarà tutto a posto». Parola di assessore alla mobilità. Ai residenti non basta. Alle 22.58 la protesta sfocia in una doppia proposta: sospendere l'attuazione del piano e andare subito al referendum. La rivolta alla Foce è solo all'inizio.

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