Tredicenne inglese rifiuta cure I giudici: ha il diritto di morire

No alle cure contro il suo volere. Una ragazzina britannica di 13 anni, gravemente malata, ha vinta la sua battaglia per rifiutare il trapianto di cuore, l’intervento salvavita a cui l’ospedale voleva sottoporla, ma che lei non aveva intenzione di ricevere

Tredicenne inglese rifiuta cure 
I giudici: ha il diritto di morire

Londra - No alle cure contro il suo volere. Una ragazzina britannica di 13 anni, gravemente malata, ha vinta la sua battaglia per rifiutare il trapianto di cuore, l’intervento salvavita a cui l’ospedale voleva sottoporla, ma che lei non aveva intenzione di ricevere.

La decisione dell'Alta Corte Con una sentenza destinata a far discutere, l’Alta Corte di Londra ha dato ragione ad Hanna, accogliendo la sua richiesta di morire con dignità, circondata da familiari e amici. Per i giudizi, la ragazzina è matura abbastanza per decidere per se stessa. I medici dell’ospedale di Hereford, che l’hanno in cura, chiedevano invece all’Alta Corte di sottrarre la giovane temporaneamente alla custodia dei genitori, per permettere l’esecuzione del trapianto.

La malattia di Hanna Hanna soffre da cinque anni di una rara forma di leucemia. A causa delle cure a cui è stata sottoposta, le è venuto un buco al cuore, che ha spinto i medici a decidere a luglio dello scorso anno per il trapianto. Una terapia, secondo gli specialisti, risolutiva. L’adolescente però la rifiuta: teme che l’intervento possa non funzionare o che, anche se fosse efficace, sarebbe seguito da cure continue.

Il ricorso dell'ospedale L’Herefordshire Primary Care Trust si è rivolto così all’Alta Corte a febbraio di quest’anno e la ragazza è stata ascoltata dall’Ufficio di protezione dell’infanzia, che ha constatato l’irremovibilità della sua decisione. Dalla sua parte anche i genitori, intenzionati a rispettarne la volontà.

"Hanna - afferma il padre, Andrew Jones - ha preso la sua decisione da sola, in modo consapevole, anche se aveva appena 12 anni. E non ha cambiato idea. Ho grande ammirazione per lei e noi dobbiamo appoggiarla e sostenere la sua decisione".

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