Politica

Tredicenne stuprata da tre immigrati di 15 anni

L’adolescente si fidava: erano amici della sua stessa scuola

Silvia Gilioli

da Jesi (Ancona)

A tredici anni, è stata stuprata dal branco, ai giardini pubblici. Sono stati tre ragazzini di 15 anni, extracomunitari, che frequentavano la sua stessa scuola. Li conosceva bene, con uno di loro aveva avuto un piccolo flirt. Erano amici, niente lasciava immaginare il dramma, consumatosi sabato 15 luglio.
Due ragazzine tredicenni vanno insieme al festival «I giardini del mondo». Sono nell’antistadio di Jesi, quando incontrano degli amici. A un certo punto si separano, una segue i tre. Pensa a una semplice passeggiata, con ragazzi di cui si fida. Appena resta sola, scatta la violenza, fra gli alberi, verso le 23. La tredicenne deve subire, nessuno può accorgersi di nulla. Uno dei tre le mette una mano sulla bocca, per evitare che gridi. A turno la stuprano, istanti interminabili. Alla fine cerca di ricomporsi, prova a fingere che non sia accaduto nulla quando ritrova l’amica, che intuisce subito qualcosa.
La ragazzina stuprata non parla, per alcuni giorni. Choc, paura e vergogna inizialmente hanno il sopravvento. Poi trova il coraggio di confidare quel che le è capitato all’amichetta, che lo racconta ai propri genitori. La mattina dopo vanno in commissariato e la polizia informa subito i genitori della vittima, che formalizzano la denuncia. La visita ginecologica conferma: violenza sessuale. La tredicenne collabora con la polizia, fornisce elementi inequivocabili. Controlli, interrogatori, sino all’arresto dei tre, sabato. Perché dimentichi ci vorranno anni, a metà settembre l’attende la ripresa delle lezioni, in terza media. In questo periodo è rimasta in famiglia. Il paese della provincia di Ancona ha 40mila abitanti. Meglio non rivelare la nazionalità degli stupratori, per evitare ritorsioni. «Non sono di origine nordafricana - precisa il questore Giorgio Iacobone - né albanesi, né romeni. Non è il caso di criminalizzare alcuna etnia, i tre minorenni vivono in una piccola comunità, da tempo integrata». La sensazione a questo punto è che siano di origine asiatica. Sono stati arrestati su ordine del gip del tribunale dei minori di Ancona con la pesante accusa di violenza sessuale di gruppo, punibile con pena sino a 12 anni di galera.
«Siamo innocenti - hanno detto al momento di essere portati via - è un errore, non abbiamo fatto niente». Sono stati affidati a comunità di regioni diverse, per evitare che concordino la tesi difensiva. I primi interrogatori in settimana. Il capobranco era già noto per episodi di bullismo. Gli altri lo seguivano a ruota e anche nella violenza potrebbero essersi lasciati trascinare da lui. Erano ragazzi a rischio, la procura aveva già valutato misure rieducative. Non hanno voglia di studiare, soprattutto il leader era difficile da gestire, in classe. «Tutti noi adulti dobbiamo interrogarci su questa vicenda - dice l’assessore ai servizi sociali di Jesi, Paolo Cingolani - Tra gli stranieri nati qui, il disagio dell’età può essere amplificato da condizioni sociali non sempre eccellenti. È come se fossero stranieri nel loro paese d’origine e pure qui, dove vivono i loro genitori.

E le contraddizioni, a volte, esplodono nella violenza».

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