Il 30 giugno si avvicina. E mentre per le istituzioni magari questa data significa festeggiare la violenta rivolta di piazza del 1960, per i cittadini, per i genovesi comuni, in particolare per quelli che abitano al Lagaccio e a Oregina, il 30 giugno significa lultimo giorno di funzionamento del Cup di via Bari. A fine mese scadrà anche la proroga concessa e ad oggi non è stata trovata unalternativa. Si era pensato al Palazzo del Ghiaccio in piazza Sopranis, ma lunica cosa a norma era il bagno, per il resto la Asl ha bocciato sala dattesa, ambulatorio unico medico-infermieristico e lassenza di spazi per lo stoccaggio di rifiuti speciali.
Il problema è che, a parte qualche lettera, e tutto fermo. Lassessore regionale alla Sanità, Claudio Montaldo, ha persino suggerito di rivolgersi ai medici di base, per vedere se riescono loro a trovare una soluzione. Fatti, zero. «Ho chiesto più volte di parlarne in Comune - interviene Alessio Piana, capogruppo della Lega a Tursi - Non cè stato verso di veder iscrivere la questione allordine del giorno. La Asl che avrebbe la competenza, non si muove, negli ospedali è tutto bloccato in vista del nuovo giro di nomine che è stato annunciato. Ma non si può lasciar morire questo Cup, fondamentale per un territorio così ampio e distante dagli altri centri servizi». Oggi la Lega terrà un incontro pubblico con i cittadini a San Francesco da Paola, ma chi deve prendere decisioni sono altri soggetti. Ad esempio il Comune, che è proprietario dei locali del Cup di via Bari e che li ha dati in concessione alla Croce Rossa Italiana, che a sua volta lha dati alla Asl. Nel contratto peraltro ci sarebbe una clausola che vieta alla Cri di dare gli spazi in subappalto. E probabilmente si potrebbe persino ipotizzare che la soluzione più semplice sia quella di dare direttamente alla Asl i locali, abbassando i costi.
Quello su cui punta la Lega è però la soluzione finale del problema.
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