Tremonti alle banche: meno tasse se fate una moratoria sui crediti

RomaUno shabbath, un «nuovo inizio». Ha usato un termine religioso ebraico il ministro dell’economia Giulio Tremonti, scompigliando un po’ il rituale tutto laico dell’assemblea annuale dell’Abi, per avanzare una nuova proposta da parte del governo a banche e imprese. Uno shabbath, ma non nel senso del riposo del sabato, ma nel significato di «remissione del debito», di «liberazione degli schiavi». «È arrivato pure per noi il tempo del nuovo inizio», ha detto il titolare del Tesoro, che prenda la forma di «un avviso comune da produrre subito, prima di agosto», uno «sforzo» che preveda anche «una moratoria sulle scadenze dei crediti delle imprese e un rafforzamento del patrimonio netto» delle aziende.
Non si tratta di un diktat di stampo sovietico perché questa ripartenza deve avvenire «nel rispetto delle regole del patrimonio delle banche, su base non obbligatoria e volontaria», ma se gli istituti di credito faranno la loro parte, il governo è pronto «a rivedere, e naturalmente a rivedere in meglio, il regime fiscale delle perdite su crediti», già migliorato dallo 0,30 allo 0,50% dal dl anticrisi ora alla Camera.
È irrituale, oltreché nella sostanza, Tremonti lo è stato pure nella forma prendendo la parola dopo l’intervento del presidente Abi Faissola al posto del governatore di Bankitalia Mario Draghi perché impegnato anche sul fronte del G8 all’Aquila. Le parole di Tremonti sono state ricche di citazioni dal Mefistofele di Goethe al Furore di Steinbeck per descrivere la portata della crisi fino ad arrivare alla lettera di Engels a Marx (altra eterodossia nel tempio del libero mercato) per sostenere «il ruolo del diritto nell’economia». «L’utilità delle regole in economia è fondamentale», ha aggiunto alludendo anche alla Caritas in veritate di Papa Benedetto XVI, ma ci sono «tavole della legge che non discendono dal Monte Sinai, che sono né immutabili né assolutamente razionali, come Ias e Basilea2» e «il governo italiano si sta adoperando per modificarle immediatamente».
Insomma, dinanzi a una platea di banchieri con i quali più volte in passato ha avuto motivi di frizione per i problemi di accesso al credito delle aziende, il ministro ha voluto sparigliare le carte. Ma il suo messaggio ha avuto un’interpretazione non unanime.
Lo stesso presidente dell’Abi, Corrado Faissola, che nel corso della propria relazione aveva invitato a fare «gioco di squadra» perché il Paese ha la «capacità, rara, di riuscire a dare il meglio di sé nelle fasi di difficoltà», ha espresso la necessità di ulteriori approfondimenti. «Ho molto apprezzato l’impostazione di Tremonti e io stesso ho più volte invitato tutte le parti, governo, imprese e banche, a cercare sinergie», ha sottolineato precisando che «la proposta del ministro va approfondita e riempita di contenuti», ha aggiunto.
Non tutti i banchieri, però, la pensano allo stesso modo. «Abbiamo annunciato la moratoria da mesi e venerdì scorso l’abbiamo formalizzata insieme ai rappresentanti delle pmi. Comunque fa piacere sentir parlare di voler finalmente lavorare insieme», ha commentato l’ad di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera a Class Cnbc. Anche il presidente di Bnl, Luigi Abete, ha auspicato che la proposta di Tremonti «possa essere oggetto di attenzione».
Ovviamente entusiasta il mondo imprenditoriale.

«Mi sembra un’ottima proposta, ha dato anche una data, è una cosa importante su cui lavorare da subito», ha affermato il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che ieri pomeriggio ha rivelato che l’appuntamento per discuterne è fissato per la prossima settimana. Con somma gioia di Confapi, Confartigianato e dei sindacati.

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