Tremonti e Breton «distanti» sul caso Enel-Suez

Oggi la questione approda al vertice dei ministri finanziari a Bruxelles

da Roma

L’offensiva diplomatica di Giulio Tremonti sul caso Enel-Suez prosegue a tutto campo. Ieri, il ministro dell’Economia è volato a Londra per discutere della ventata di neoprotezionismo europeo con il cancelliere dello Scacchiere britannico Gordon Brown. «Con Brown lavoriamo per l’apertura dei mercati - ha detto Tremonti -: dobbiamo impedire che l’Europa faccia passi indietro». Quindi, poco prima della riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles, ha incontrato il ministro delle Finanze francese Thierry Breton. «Con Tremonti c’è stato uno scambio di vedute, ma con il governo italiano, sul dossier Suez-GdF, non c’è alcun negoziato. Abbiamo convenuto che si tratta di un’operazione di mercato, e le decisioni spettano a Suez e Gaz de France», ha detto il ministro francese al termine del colloquio. «Con Breton c’è stato un franco scambio di vedute, ma rimaniamo su posizioni diverse», ha replicato Tremonti.
Il ministro francese ha inoltre rivelato d’aver inviato la scorsa settimana alla Commissione una lettera di risposta alle richieste di chiarimento. Una seconda lettera è giunta da Parigi a Tremonti «per spiegare le circostanze che hanno portato alla decisione francese di fondere i due gruppi energetici», per creare un campione nazionale. Sempre a Bruxelles, il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola ha discusso il caso Enel con il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes, e domani a Mosca incontrerà il collega francese François Loos.
Trichet critica Varsavia. Non è soltanto il settore energetico a preoccupare Tremonti, Brown e le autorità europee. Anche la resistenza del governo di Varsavia alla fusione fra le banche polacche Pekao e Bph, oggi controllate da Unicredit, è diventata una questione di grande rilevanza. «Si tratta di un caso in cui Unicredit ha ragione sia tecnicamente che giuridicamente», ha commentato Tremonti che oggi a Bruxelles cercherà di incontrare, a margine dell’Ecofin, il ministro delle Finanze polacco Gilowska per discutere della vicenda. Delle pressioni del governo di Varsavia sulla banca centrale polacca e sul suo presidente Balcerowicz - minacciato addirittura di impeachment, perché non ostile alla fusione dei due istituti di credito - ha parlato con preoccupazione Jean-Claude Trichet. «L’indipendenza della banca centrale della Polonia - ha detto il presidente della Bce a Basilea - è di estrema importanza per il funzionamento dell’intera Unione europea». Lo stesso Balcerowicz, presente alla riunione del G10 a Basilea, ha ricordato la fatica con cui si è creata una supervisione bancaria indipendente in Polonia: «Le buone istituzioni sono la base dello sviluppo economico».
Protezionismo crescente. Il susseguirsi, in rapidissima successione dei casi Enel-Suez, Eon-Endesa e Unicredit-Polonia, segnala un’ondata crescente di protezionismo in Europa. «Sono davvero preoccupato degli ultimi sviluppi: c’è una minaccia che bussa alle porte dell’Europa, e si chiama protezionismo - commenta il ministro delle Finanze austriaco Karl-Heinz Grasser, presidente di turno dell’Ecofin - : ogni ingerenza dei governi nell’economia di mercato è inaccettabile, e porta ad una crescita più debole». «Sulla crescita economica globale, che è incoraggiante, incombe la minaccia del protezionismo», gli fa eco Trichet.

Anche l’eurocommissario all’economia Joaquin Almunia ricorda che l’Europa «deve abbattere le barriere, non crearne di nuove». Fatalmente, la questione è approdata al tavolo dell’Eurogruppo, e oggi si ripresenta all’Ecofin.

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