Tremonti: «Un errore riformare ora le pensioni»

Questo non è il momento di fare le riforme, nè delle pensioni, nè del welfare: «Le crisi non sono il momento per fare le riforme perché portano paura e incertezza. Nei momenti di crisi ci vogliono certezze e non bisogna provocare ulteriori incertezze: ci vuole una gestione della crisi meno dogmatica e fanatica» di quanto alcuni chiedono, ha detto ieri il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti alla presentazione del libro di Marco Fortis La crisi mondiale e l’Italia, edito dalla Fondazione Edison. «Il sistema delle pensioni non sta venendo giù, è inutile intervenire radicalmente, la riforma delle pensioni è complicata e non si può ignorare il peso della componente psicologica in un momento delicato: abbiamo tempo per discuterne» ha affermato il ministro che ha aggiunto: «La riforma delle pensioni fatta da Dini è buona, quanto agli ammortizzatori sociali li stiamo applicando al massimo. Non credo che il modello sociale italiano sia criticabile - ha poi sostenuto Tremonti - il Paese ha elementi di forza, c’è una somma di diversi fattori tra cui il ruolo sociale delle famiglie che sono una struttura portante. Tra ruolo sociale dello Stato e quello delle famiglie, preferisco quello delle famiglie».
Il ministro rispondeva all’ex ministro Enrico Letta, del Pd, che aveva invece sostenuto la necessità di intervenire subito per fare «importanti e delicate riforme perché in questo momento il consenso c’è: la struttura del welfare che assorbe l’87% delle risorse per pensioni e sanità va modificata. Pensioni e sanità non devono superare il 50% come nella media dei Paesi Ue. Va cambiata la modalità di erogazione della cassa integrazione che oggi dipende dalla contrattazione tra imprenditori, sindacati e pubblico. La scelta va fatta al di fuori del lucro politico immediato e gli ammortizzatori sociali devono evolvere verso una logica più moderna. Questo governo garantisce stabilità politica e ha la forza per farlo». Letta ha anche aggiunto che è la prima volta che si ha un dialogo così positivo tra maggioranza e opposizione.

Valutazione che Tremonti non ha condiviso, pur dando atto a Letta di essere una controparte con cui è possibile il dialogo: «Sostengono le riforme nei salotti e poi fanno l’inferno nelle piazze, la retorica chiede le riforme sostenendo che portano lo sviluppo. Chi dice che usciremo male dalla crisi aveva già sbagliato le previsioni passate, sbaglia anche quelle sul futuro».

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