Roma - Giulio Tremonti apre uno spiraglio alle richieste dei Comuni, promettendo loro una nuova imposta municipale sulla casa. Ma sui numeri complessivi non fa sconti a nessuno: «La manovra è necessaria - dice al termine di un incontro con le Regioni - perché senza c’è il collasso, il crollo». Dunque non si toccano né i tagli né i saldi. Ma è ancora scontro. L’obiettivo di tutti i governi europei è ridurre la spesa: se aumentiamo le tasse «facciamo una cosa storta», e colpire i redditi alti «non è la soluzione».
La nuova imposta sugli immobili, precisa il ministro, «non riguarderà la prima casa». Prende corpo l’ipotesi di una tassa unica comunale, che dovrebbe comprendere l’Ici (prima casa esclusa), le tariffe sulla raccolta dei rifiuti e altri tributi locali: una misura che, dice il presidente dell’Anci Sergio Chiamparino, «risponde alle nostre richieste: non c’è federalismo fiscale - osserva - senza autonomia impositiva».
L’imposta (che non si chiamerà Imu, precisa Tremonti), si avvicina alla service tax proposta dai Comuni, e dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2012. Il veicolo legislativo non sarà la manovra, ma uno dei decreti attuativi del federalismo fiscale. Tremonti annuncia che il governo terrà una riunione straordinaria martedì, in cui esaminerà una relazione sul federalismo fiscale. Secondo il sindaco di Roma Gianni Alemanno, «con l’imposta, dove confluirà anche l’Ici, i Comuni potranno far emergere l’evasione fiscale».
Tremonti sarebbe anche disposto a rivedere le norme del Patto di stabilità interno, purché a saldi finali invariati. In breve, meno tagli per i Comuni «virtuosi», che negli ultimi tre anni non hanno sforati i livelli di spesa previsti dal patto. Nel successivo incontro con i rappresentanti delle Regioni, Tremonti ha ricordato che altri tagli al governo centrale sarebbero «insostenibili». Però si discuterà, ha aggiunto il ministro, una ripartizione complessiva dei tagli che includa le Regioni a statuto speciale, in particolare quelle ricche come il Trentino Alto Adige. «Chi ha di più deve dare di più», dice Tremonti. Ma il giudizio delle Regioni resta molto negativo.
Neppure di fronte all’effetto recessivo della manovra sull’economia Tremonti cede il punto: «Altro che recessione, l’alternativa alla manovra è il collasso», avverte. Ai senatori della commissione Bilancio di palazzo Madama, che hanno incominciato a votare gli emendamenti, il Tesoro ha consegnato i dati sull’impatto per quest’anno e per il biennio 2011-2012. In tre anni la riduzione del prodotto interno lordo sarà pari allo 0,5%.
Vi saranno contraccolpi negativi anche sull’occupazione (che nel triennio cala di un ulteriore 0,5%), sui consumi (in discesa di uno 0,4%) e sugli investimenti. Il ministero dell’Economia ritiene però che questi effetti possano essere compensati dalla ripresa internazionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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