Roma Un piano «decennale» per l’Italia, per tracciare una direzione, una strada. Un decreto legge sulle infrastrutture «a costo zero» che sarà pronto entro una decina di giorni. E poi un impulso alle liberalizzazioni sul modello Grecia, così come già chiesto in sede europea. Infine una battuta sull’ad di Fiat Sergio Marchionne: «Dobbiamo dare delle risposte a Marchionne se fa il demonio e dice che non vuole stare in Italia perché c’è il sindacato. Ci sarà una ragione se dice che deve uscire da Confindustria se vuole stare in Italia».
Pochissimi minuti e arriva la smentita secca dal ministero dell’Economia: «Le frasi attribuite al Professor Giulio Tremonti nel corso dell’incontro per lo Sviluppo che si è svolto oggi al Ministero sono totalmente infondate». Controreplica dell’agenzia Ansa: «Le frasi sono state riportate da persone presenti all’incontro». Chiaro che il giallo ruota intorno alla presunta riflessione di Tremonti su Marchionne, il quale però non ha commentato indiscrezione e smentita, e ieri si è limitato a chiedere che il Paese rafforzi «i suoi impegni per ripianare il bilancio al fine di convincere il resto del mondo sulla sua serietà», appena declassata dall’agenzia di rating Standard & Poor’s.
L’incontro al Tesoro era il tavolo per lo sviluppo convocato con Confindustria, Abi, l’associazione della banche italiane e Rete imprese Italia, presenti anche i ministri Matteoli, Sacconi e Calderoli. Nel corso della riunione è stato indicato un incaricato alla stesura del piano decennale: il vicedirettore generale di Bankitalia Ignazio Visco.
Ma il confronto è ancora aperto. Il tavolo si riunirà ancora mercoledì prossimo e il dl Sviluppo non sarà discusso in consiglio dei ministri prima della fine di settembre. Le linee guida saranno il lavoro, le imprese, il credito e lo Stato. «Il momento è assolutamente complesso - è la frase attribuita a Tremonti dall’Ansa - ma proprio per questo dobbiamo dare l’idea di cosa fa questo Paese nei prossimi dieci anni, per almeno tre legislature». Il ragionamento di Tremonti sarebbe stato che l’Italia non deve rispondere ai mercati con provvedimenti dettati dall’emotività. L’Italia deve seguire la sua strada, senza farsi «prendere dall’immediatismo e dal catastrofismo». Sarà Berlino, ha spiegato, il luogo in cui si decideranno le sorti dell’euro. Poi ha citato Bismark e ha invitato: «Dobbiamo fare un po’ di marketing per l’Italia».
Le riforme infrastrutturali a costo zero potrebbero prevedere a possibilità di sbloccare opere già cantierizzate con l’istituzione di un gruppo dedicato presso il Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica. Il ministero delle Infrastrutture sta lavorando a un incentivo della collaborazione pubblico-privato nelle opere pubbliche. Al capitolo liberalizzazioni, Tremonti sarebbe tornato a insistere su una possibile modifica dell’articolo 41 della Costituzione, per ampliare la libertà d’ impresa.
Anche se ha chiarito che non bisogna «farsi trascinare come schiavi dietro al carro del libero mercato». Un intervento sulle baby pensioni starebbe prendendo corpo, ma nell’ottica di un intervento generale sul sistema previdenziale, limiti di anzianità compresi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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