I treni dei pendolari sono più lenti di 30 anni fa. Una vera e propria condanna per quella «metropoli viaggiante» che ogni giorno li usa per recarsi a lavoro, nella «grande Milano», o per spostarsi fra Milano e Torino, o fra Milano e Venezia.
Così ogni pendolare, ogni anno, butta via 100 ore della sua vita ad aspettare treni che non arrivano. Per questo, ma non solo per questo, per Federconsumatori e per il Coordinamento dei pendolari utilizzare il treno per il tragitto casa-lavoro è «Una scelta difficile» - così recita il titolo di un dossier sullo stato del pendolarismo ferroviario in Italia presentato ieri pomeriggio dalle associazioni di lavoratori e utenti. Le principali città italiane sono «chilometri» indietro alle reti delle grandi capitali europee. Basti pensare che la rete ferroviaria suburbana di Berlino conta oltre 3mila chilometri di binari, Francoforte 1500, Parigi 1400. Milano è a 180.
Per quanto riguarda i tempi di percorrenza, sulla Venezia-Milano nel 1980 i vari treni impiegavano 3 ore e 6 minuti, 3 ore, 2 ore e 57 minuti o ancora 2 ore e 47. Oggi gli equivalenti intercity impiegano 3 ore e 4 minuti. Sulla Milano-Torino nel 1980 i diversi treni impiegavano unora e mezzo, unora e 35, unora e 38 minuti. Oggi gli intercity impiegano unora e 45. E lentrata in vigore dellalta velocità Milano-Roma ha causato ritardi e disservizi alla circolazione regionale, perché le Freccerosse hanno la precedenza sugli altri treni.
Milano è la città con il flusso più elevato di passeggeri, con più di mezzo milione di spostamenti giornalieri in entrata e in uscita dal capoluogo lombardo. Più di Roma, Torino e Napoli.
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