Agosto... Non lasciatevi ingannare. Per molti è il mese dei bikini, delle creme abbronzanti, delle fritture di pesce e del fresco, profumato tocai, delle spiagge lontane e degli aeroporti. Ma se siete rimasti in città, fermatevi un momento, magari la mattina presto, a osservare l’azzurro intenso e freddo del cielo sopra i cornicioni dei tetti, nelle vie silenziose. Un leggero, inesplicabile brivido vi confermerà quanto vera sia l’osservazione di Stéphane Mallarmé: «Agosto è il primo colpo di cembalo dell’autunno sulla terra...» E allora, con una simile sensazione sulla pelle, può risultare dolce - persino in città, persino d’estate - programmare un cinema serale insieme alla persona amata.
Siamo fortunati. Da oggi al 30 agosto il cinema Anteo festeggia i suoi trent’anni con una rassegna di film molto speciali, da Riff Raff di Ken Loach a La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, da In the mood for love di Wong Kar-Wai a Ferro 3 di Kim Ki-duk. «I film che presenteremo sono stati scelti dal pubblico - ci racconta Lionello Cerri, uno dei fondatori dell’Anteo - mediante una votazione particolare. Abbiamo lasciato dei volantini in sala, e ogni spettatore poteva segnalare tre film. Alla fine abbiamo tirato le somme, anche a seconda della disponibilità delle pellicole».
L’avventura iniziò il 1 maggio del 1979. «Cercavamo di aprire uno spazio polivalente - racconta Cerri - dove si facesse teatro, musica, cinema. All’epoca aprivano l’Elfo, il Ciak, il teatro di Porta Romana. La polivalenza era un po’ la parola d’ordine. Rilevammo l’Anteo da Francesco Pellicani, che aveva già l’Orchidea, il Centrale, il Rubino. I primi film che proiettammo furono Portiere di notte e Al di là del bene e del male della Cavani. Inizialmente soffrimmo un po’: il 50 per cento di presenze in meno. Organizzammo molti eventi musicali: jazz, blues, classica. E danza indiana. Le cose presero a girare meglio. Nel 1981, le prime visioni: Uragano Who fece, in una sola domenica, 1500 persone. Ma ci furono anche Alice nelle città di Wim Wenders e Il diritto del più forte di Fassbinder».
Accanto a tutto questo, l’Anteo offriva corsi di recitazione, di regia, di musica, cercando di «allevare» un pubblico che godesse consapevolmente degli spettacoli proposti. «Mantenendo sempre e comunque - aggiunge Cerri - una nostra linea culturale. Un film poteva non piacere, ma gli spettatori sapevano che da noi avrebbero trovato sempre un certo tipo di lungometraggi e non altri. Come un vegetariano che va in un ristorante vegetariano: magari non gli piace quello che il menu di quella sera, ma è sicuro almeno di mangiare vegetariano».
Nel 1997 l’Anteo passa da una a tre sale, sempre autofinanziandosi (il comune, proprietario ancora oggi dello stabile, si limita a concedere contratti più lunghi). La libreria viene ingrandita e, esempio forse unico in Italia, accanto alle sale sorge un ristorante: l’Osteria del Cinema. È poetico trovarsi lì per una breve cena prima delle proiezioni, tentando di indovinare da quale lungometraggio sono tratti i centinaia di fotogrammi «gastronomici» appesi alle pareti. «Soltanto poche persone finora - rivela Cerri - sono state capaci di identificare tutti i film che abbiamo antologizzato».
Al termine della rassegna, il 31 agosto e il 1 settembre, via Milazzo verrà chiusa al traffico e fuori dall’Anteo verrà allestito un palco su cui si alterneranno spettacoli di teatro e musica, e alcune anteprime cinematografiche, tra cui Une prophète di Jacques Audiard, Gran Premio della giuria a Cannes.
«Speriamo tutto questo serva - dice Cerri - a sensibilizzare chi di dovere. In Francia il settore dello spettacolo viene promosso con 500 milioni di euro all’anno, in Italia con 35.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.