Roma - Oggi è il giorno della memoria delle vittime del terrorismo. La data non è stata scelta a caso. Il 9 maggio di trent'anni fa, infatti, si compieva l’ultimo tragico atto del dramma di Aldo Moro, sequestrato il 16 marzo da un commando delle Brigate rosse in via Fani, dove furono trucidati i cinque uomini della scorta. Attorno alle 13,30, in via Caetani (una strada vicina alle sedi di Dc e Pci), dopo una telefonata di Morucci avvenuta poco prima delle 13, la polizia trovò il cadavere dello statista nel portabagagli di una Renault 4 rossa.
L'omaggio delle istituzioni Il presidente Giorgio Napolitano depone una corona di fiori in via Caetani, davanti alla lapide che ricorda l’assassinio dello statista. A rendere omaggio a Moro anche i presidenti delle Camere, Schifani e Fini, una delegazione dell’Udc composta da Casini, Buttiglione e Cesa, Gianni Letta, il sindaco di Roma Alemanno nonché altri politici di diverso schieramento.
Napolitano: "Nessuna tribuna per gli ex Br" "Lo Stato democratico, il suo sistema penale e penitenziario si è mostrato in tutti i casi generoso: ma dei benefici ottenuti, gli ex terroristi non avrebbero dovuto avvalersi per cercare tribune da cui esibirsi, dare le loro versioni dei fatti, tentare ancora subdole giustificazioni". È quanto ha sottolineato Napolitano in occasione della Giornata della memoria per le vittime del terrorismo. "Mi ha colpito, indignato, leggere giorni fa - ha proseguito - l’intervista di un ex brigatista, lo stesso che un anno fa ha raccontato con agghiacciante freddezza come aveva ammazzato Carlo Casalegno e che ora ha detto di provare rammarico per i familiari delle vittime delle Br, ma aggiungendo di aver dato per scontato che, quando si fanno azioni di un certo tipo, accade di dare dei dispiaceri ad altri. No, non dovrebbero avere tribune per simili figuri".
"Reviviscenza di ideoligismo comunista e neonazista" "Si hanno ancora segni di reviviscenza del più datato e rozzo ideologismo comunista" e al contempo "segni di reviviscenza addirittura di un ideologismo e simbolismo neonazista", ha detto ancora il presidente avvertendo che non si può abbassare la guardia perché sono fenomeni da non sottovalutare. Sia l’ideologismo comunista che il ritorno di quello neonazista sono contraddistinti da un elemento e "dobbiamo saper cogliere il dato che accomuna fenomeni pur diversi ed opposti: il dato - mette in guardia Napolitano - dell’intolleranza e della violenza politica, dell’esercizio arbitrario della forza, del ricorso all’azione criminale per colpire il nemico e non meno brutalmente il diverso, per sfidare lo Stato democratico".
L'imbarazzo di Cossiga Il senatore a vita Francesco Cossiga ha preferito non partecipare alla cerimonia per il "Giorno della memoria". "Giunto al Quirinale - spiega il portavoce del senatore a vita - Cossiga è stato informato che era presente la famiglia di Moro.
Poiché, com'è noto, i familiari di Moro considerano Cossiga al pari di Andreotti e Zaccagnini e, secondo il figlio Giovanni anche di Paolo VI, gli assassini del loro familiare, con l’aggravante di Andreotti e Cossiga di averlo lasciato uccidere per toglierselo di mezzo, al presidente emerito della Repubblica non è sembrato opportuno turbare la famiglia Moro in questo triste giorno con la sua presenza". Uscito dal Quirinale, Cossiga si è recato subito, senza rilasciare dichiarazioni, a deporre un cuscino di fiori in via Caetani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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