Milano. Ma quale rivoluzione. La finale di Coppa Italia manda in onda il nuovo che indietreggia. Mercoledì scorso, nei quarti, le teste coronate di Cuneo (capolista di A1 e detentrice del titolo) e Piacenza erano cadute nella cesta di Taranto e Latina. Ma ieri, in finale, il golpe è fallito. Sotto i decibel di un Forum da grandi occasioni, Roma, squadra nata solo la scorsa estate, si è fatta mangiare viva da Treviso: 3-0 (a 20, 22, 13) per la Sisley, trentesimo titolo del club, quinta Coppa Italia. La fame non passa mai...
Eppure una novità c'è stata. Perché Roma, priva di Semenzato e Rosalba, rimasta in campo quattro ore da giovedì per eliminare Montichiari e Latina (quasi il doppio di Treviso, 3-0 sia su Modena, sia su Taranto), è stata oscurata dal centrale brasiliano Gustavo (12 punti, 4 muri, 3 ace) e ha patito il servizio orogranata. Ma, soprattutto, è stata sorpresa dall'eroe del giorno, il palleggiatore egiziano Abdalla Ahmed, «Balla» per gli amici, 23 anni, prima stagione in Italia. Infortunatosi nei quarti il titolare Vermiglio, Ahmed, nazionale dell'Egitto, ha disputato semifinale e finale e, aiutato dai compagni, ha dimostrato fegato da vendere e pure qualche preziosismo.
Treviso ingorda si prende la quinta coppa
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