Una triade a fianco dei ribelli

Fausto Biloslavo

Milizie sunnite, gruppi terroristici palestinesi e fiancheggiatori di Al Qaida sono gli «alleati» di Hezbollah sul fronte libanese della guerra con Israele. I Morabitun, un’ex milizia sunnita dei tempi della guerra civile nel Paese dei cedri, ha annunciato l’intenzione di riprendere le armi contro «i piani d’invasione israeliani». Un vero e proprio ordine di mobilitazione «per difendere Beirut dal nemico sionista». I Morabitun furono spazzati via dall’invasione israeliana del 1982 e poi abbandonarono le armi come le altre milizie libanesi a parte Hezbollah e in parte Amal, un altro movimento sciita. Ora la minaccia di mobilitazione potrebbe coinvolgere anche drusi e cristiani, con il rischio che riesploda la guerra civile.
Hezbollah può contare anche sui gruppi più estremisti della galassia palestinese, che mantengono delle cellule in Libano, soprattutto nei campi profughi del sud, off limit per le stesse forze di sicurezza locali. Nel 2004 il partito di Dio ha stretto un patto con Hamas, che ha degli uffici a Beirut e in questi giorni nella striscia di Gaza sono aumentate le bandiere gialle del partito di Dio che sventolano contro gli israeliani. Nella capitale libanese avevano trovato rifugio anche elementi della Jihad islamica palestinese, che continua ad addestrare i kamikaze da far saltare in mezzo ai civili israeliani. In Libano opera anche il Fronte popolare per la liberazione della Palestina-Comando generale di Ahmad Jebril, un ex capitano dell’esercito siriano. Il suo quartier generale è a Damasco, ma il Fronte oltre a essere protetto dalla Siria ha ottimi contatti con l’Iran, vero padrino di Hezbollah. Inoltre nel Paese dei cedri ci sono ancora cellule dell’organizzazione di Abu Nidal, il sanguinario terrorista palestinese, morto misteriosamente a Bagdad quando al potere c’era ancora Saddam Hussein.
La crisi potrebbe mobilitare il braccio armato di Amal con il quale Nasrallah ha mosso i primi passi. In seguito Amal combatté contro il partito di Dio per l’egemonia sui quartieri sciiti di Beirut sud. I suoi miliziani sono ancora armati, anche se il capo di Amal, Nabih Berri, fedelissimo della Siria, ha vestito i panni politici di presidente del Parlamento.
La formazione più terroristica, pronta a schierarsi al fianco di Hezbollah, in caso di attacco terrestre degli israeliani, è Asbat al Ansar, costola di al Qaida in Libano. La guida un profugo palestinese, Abu Muhjin, grande ammiratore di Osama bin Laden, già condannato a morte per l’omicidio di un religioso musulmano moderato.

Il suo gruppo ha attaccato l’ambasciata russa a Beirut, organizzato attentati contro la rete di Mac Donald’s e distrutto negozi che vendevano alcolici. I fiancheggiatori di al Qaida sono anche accusati di aver preparato un piano, poi sventato dal Sismi in collaborazione con i servizi libanesi, per far saltare in aria la nostra ambasciata a Beirut.

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