Tributi d’autore al rock che non c’è più

I Led Zeppelin vengono celebrati mercoledì all’auditorium Conciliazione con un concerto jazz della francese Onj mentre i canadesi Musical Box sono attesi al Gran Teatro il 17

È tempo di tributi ai grandi protagonisti del rock. In poco più di due settimane Roma farà da cornice a due eventi insoliti quanto interessanti. Il primo sarà dedicato ai Led Zeppelin, il secondo vedrà protagonista il gruppo The Musical Box, cover band dei Genesis.
Si inizia subito mercoledì prossimo 7 febbraio quando sul palco dell’Auditorium Conciliazione salirà l’Orchestre national de jazz per un concerto-tributo ai Led Zeppelin, una delle band più quotate del rock anni Settanta.
Guidata dal maestro Franck Tortiller il complesso musicale proporrà al pubblico romano una raffinata interpretazione delle migliori canzoni di Robert Plant e Jimmy Page rilette in chiave jazz. Una passione, quella per la celebre rock band britannica, che ha portato l’Orchestre national de jazz incidere nei mesi scorsi un disco intitolato «Close to haven - Tributo to Led Zeppelin».
Anche il concerto dei Musical Box (in programma al Gran Teatro il prossimo 17 febbraio) è una data da segnare nel calendario. Per più di un motivo. Innanzitutto quella dei canadesi Musical Box non può essere considerata semplicemente una cover band che si è votata ad interpretare le canzoni dei Genesis «prima maniera». Il rigore di interpreti e la passione quasi «filologica» nei confronti della prima e più impegnativa stagione del gruppo di Peter Gabriel ha portato il gruppo canadese guidato da Sébastien Lamothe e Denis Gagné a intraprende una curiosa quanto unica carriera. Con risultati a dir poco sorprendenti. Non soltanto è ormai una quindicina d’anni che girano il mondo con tournée da far indivia a più di un big della canzone. Il loro sound e la fedeltà dell’interpretazione sono tali che anche i «vecchi» Genesis sono rimasti ammaliati dal risultato. In più di un’occasione sono addirittura saliti sul palco per affiancarli (è il caso di Steve Hackett e Phil Collins). La loro benedizione, poi, è valsa come un marchio doc, una sorta viatico o certificato di garanzia per tutti quegli irriducibili fan che continuano ad ascoltare i primi dischi della band inglese ce che non hanno altre possibilità che affidarsi a questi malinconici ma davvero virtuosi «cloni» per consolarsi. Due anni fa i Musical Box sono passati da Roma con il loro ambiziosissimo progetto dedicato al disco «The lamb lies down on Broadway», l’ultimo lavoro cui ha partecipato anche Peter Gabriel.

Un’ambizione coronata da un meritato successo, riconosciuto anche da Gabriel e soci.
Ora tornano con l’ultima pagina di questa lunga ed appassionante avventura. Già, perché il tour 2007 dedicato al disco «Selling England by the Pound» rappresenta il capitolo finale dell’avventura dei Musical Box.

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