Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, incontra un ristretto gruppo di giornalisti in una saletta dell'hotel Sofitel di Washington, subito dopo la conclusione della riunione del G20. Riassume brevemente la discussione dei ministri finanziari e dei banchieri centrali sull'andamento dell'economia, sottolineando che tutti i partecipanti intendono impegnarsi a mettere in pratica con la massima rapidità le decisioni prese tre settimane fa al summit di Londra.
La ventata di prudente ottimismo che giunge dalle riunioni di Washington è giustificata? L'opinione del presidente della Bce è che i segnali di arresto della caduta ci siano, «dall'indice pmi (l'indice dei responsabili degli acquisti delle imprese, ndr) agli spread, che sono tornati ai livelli precedenti al fallimento della Lehman Brothers. Perciò non diciamo che le cose non vanno meglio; ricostruire il clima di fiducia è indispensabile, e tuttavia - aggiunge - siamo persone responsabili, e dobbiamo essere cauti e prudenti». Dunque il deterioramento rallenta, ma non si può essere certi che la ripresa si materializzi presto, o comunque entro la fine di quest'anno. «Continuiamo a prevedere che arriverà nel corso del 2010, ma molto dipenderà - precisa - da come saranno portate avanti le decisioni prese al summit londinese del G20».
Parte dell'operazione «restore confidence», cioè come ricostituire il clima di fiducia, sarà la strategia d'uscita dalla crisi. In questi mesi le autorità politiche e monetarie hanno riversato montagne di danaro nel sistema economico, con inevitabili effetti sui bilanci pubblici. In questa fase, secondo Trichet, sarà essenziale il ruolo della sorveglianza multilaterale da parte delle organizzazioni internazionali, dal Fondo monetario alle autorità europee. «L'exit strategy sarà parte del prossimo incontro del G20», osserva il presidente della Bce.
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