E fra i testi meno conosciuti di Shakespeare. E anche tra i meno rappresentati. In Italia è stato messo in scena per la prima volta da Strehler nel 1948 e da allora lo si è rivisto di rado, perlomeno su palchi privi di assi cigolanti e di attori che fanno il verso a Lawrence Olivier. «Riccardo II» è una sfida e come tale ci si immagina che labbia affrontato Roberto Trifirò in «King Richard II. Studio per un autoritratto», il suo spettacolo in cartellone allOut Off sino al 21 marzo. Riccardo è lultimo re medievale dInghilterra: lultimo sovrano convinto di regnare per diritto divino, per una congiunzione metafisica tra la sua persona e la terra su cui si estende il suo dominio. A corte sta sorgendo la stella del cugino Bolingbroke, un politicante moderno che sa blandire il popolo con qualche miraggio di democrazia e pratica magistralmente larte dellintrigo. Riccardo, che è stato incoronato da bambino e che nei suoi ventanni di regno ha compiuto varie efferratezze, tenta di contrastare lavanzata del rivale, ma con scarsi esiti. Shakespeare ci racconta nel dettaglio il suo declino psicologico, ancor prima che istituzionale, mostrandoci la dissoluzione di una mentalità di potere arcaica, ma forse paradossalmente meno feroce di quella (diremmo oggi «tecnocratica») che si sta prefigurando allorizzonte. Lallestimento di Trifirò si inserisce proprio qui, in questo iato tra il futuro e il passato di un uomo che si sente progressivamente postumo, che intuisce di aver fatto il suo tempo, ma non sa come immaginarne un altro, se non trasfigurando i suoi ricordi in una sorta di automitizzazione. Le cupe, grottesche ma a loro modo eleganti scenografie di Guido Buganza ci fanno avvertire il senso di isolamento del personaggio, ma allo stesso tempo ci parlano del suo radicamento in una terra non ancora desacralizzata che fa vibrare il suo richiamo.
Al resto ci pensa la recitazione di Trifirò: come al solito straordinaria nel sondare i versanti di un individuo ancestrale ma desolatamente umano, di una figura tragica almeno quanto farsesca, di un soggetto istrionico, inadatto al reale ma capace di folgoranti agnizioni, che sembra lantenato della tipica maschera beckettiana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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