Ci vivevano sette nuclei familiari romeni, circa trenta persone, nelle baracche sorte in una ex cava di pietra nella Riserva di Decima-Malafede in via Alvaro del Portillo a Trigoria, dove venerdì sera una candela caduta sulle coperte ha fatto divampare un incendio nel quale una donna con i suoi due figli sono rimasti feriti.
Ieri mattina, quando è giunto sul posto il presidente del XII municipio Pasquale Calzetta assieme alle forze dellordine e al personale della sala operativa sociale del Campidoglio, erano rimasti solo quattro nuclei familiari, 16 persone, che sono stati trasferiti nei centri di accoglienza. I quattro capifamiglia, che hanno tutti un regolare contratto di lavoro nel settore delledilizia, sono stati trasferiti nel centro Arcadia sulla Cristoforo Colombo; le donne e i bambini di tre nuclei familiari sono stati invece portati nel centro di via Leonida Lai a Trigoria, mentre una donna, incinta al settimo mese, e i suoi due bambini in un centro in via Cassia.
«Questa baraccopoli - ha spiegato il presidente Calzetta - era già stata sgomberata e demolita nel maggio scorso dai carabinieri della tenenza di Pomezia. Ora spero di contattare il proprietario del terreno per far abbattere le baracche per evitare che altri nuclei familiari vi si rimettano di nuovo».
E a proposito dellincendio a Trigoria, rischiano di essere sottoposti a un intervento chirurgico, anche se non corrono alcun pericolo di vita, i due bambini di 11 e 13 anni rimasti ustionati. Lo ha spiegato il presidente del XII municipio che è andato a trovarli allospedale Sant Eugenio. «Sono stati messi in una stanza a quattro letti - ha raccontato Calzetta - la donna di 40 anni, i due figli un maschio di 11 e la femmina di 13 ed laltro bambino di poco più di un anno. La madre sta bene, mentre i due ragazzini hanno ustioni alla testa e alle mani. Ho parlato con il medico e mi ha detto che lunedì mattina decideranno se sottoporli a un intervento chirurgico oppure continuare con la terapia».
Intanto, secondo il segretario Regionale dellUdc Luciano Ciocchetti «lindividuazione delle aree daccoglienza entro lestate, nuovi censimenti e più durezza negli interventi di sgombero non sono di certo la cura al problema degli invisibili». «Dopo la tragedia di Castelfusano - prosegue - si è messo in luce un problema che non è mai stato risolto ne affrontato. Da tempo la nuova giunta si è limitata a contrastare la povertà e il disagio sociale solo in termini di sicurezza e difesa. Sarà necessario ricorrere alluso anche di immobili pubblici, come le caserme dismesse per garantire agli invisibili laccoglienza dovuta. «Solo unendo le forze e lavorando affiancati dal volontariato si potrà garantire la giusta assistenza a coloro che hanno diritto a stare nel nostro paese- conclude-.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.