La Trilogia di Elisabetta Sgarbi all’Oberdan per «Sguardi Altrove»

Prosegue, sulle orme del grande milanese Giovanni Testori, la trilogia cinematografica di Elisabetta Sgarbi - iniziata con i Compianti di Terracotta - tra le opere d'arte rese "parlanti" da giochi di luce e delicatissimi movimenti di macchina. E' ancora lo sguardo di una regia miracolosa a dare vita stavolta al Gran Teatro Montano del Sacro Monte di Varallo con il film Non chiederci la parola, che viene presentato questa sera all'interno della rassegna Sguardi Altrove allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2, ore 20,30, durata del film: 67 minuti) dalla stessa Sgarbi e dal filosofo Giovanni Reale. Sulle orme di Testori, dicevamo, perché fu proprio lo scrittore e drammaturgo a dare risalto per primo, sulle tracce dello storico d'arte Roberto Longhi, agli affreschi e dipinti della Vita e Passione di Cristo ospitati a Varallo in 45 cappelle abitate dai capolavori di Gaudenzio Ferrari, Tanzio da Varallo, Gherardini, Morazzone, Ceranino. La Sgarbi valica, accompagnata dalla voce di Toni Servillo e dalle musiche di Franco Battiato, grate e vetri che proteggono i dipinti e propone un incontro che inverte i rapporti tra sguardo e azione: ad essere pietrificato in un tempo sostanziale è lo spettatore, mentre in uno splendente nuovo tempo formale risuonano di senso e poesia le opere.

I testi letti da Servillo, sul rapporto tra mondo reale e arte, bruttezza, bellezza e preghiera, portano le firme di Edward Carey, Juan de la Cruz, Vittorio Sgarbi, Umberto Eco, Sebastiano Vassalli e lo stesso Giovanni Testori.

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