È uno di quegli spettacoli unici di Roma che rimangono indelebili nella memoria: la scalinata di Trinità dei Monti ricoperta da centinaia di piante di azalea, bianche lilla e rosa. Come avviene ogni anno, fin dal 1951, anche in questa primavera la monumentale gradinata - inaugurata da papa Benedetto XIII per il Giubileo del 1725 - è stata allestita dai giardinieri comunali con la messa in posa di queste piante, rustiche, ma dalla spettacolare fioritura. Alla piazza capitolina si lega anche unesclusiva varietà di azalea, chiamata appunto «Bianca di Piazza di Spagna», vero fiore allocchiello - è proprio il caso di dire - del Vivaio Comunale di Roma.
Si tratta di esemplari unici al mondo, curati nei giardini di San Sisto, dove da quasi un secolo si coltivano oltre 3000 azalee di questa varietà, assolutamente introvabili in commercio. Le Bianche di Piazza di Spagna, oltre alla particolare delicatezza del loro colore, sono state selezionate potenziando la capacità di adattamento al clima di Roma, e possono raggiungere anche grandi dimensioni, fino a 2,50 metri di altezza e 4 di circonferenza.
Necessitano di una cura notevole: fatte crescere a una temperatura costante di circa 20 gradi, vanno concimate due volte, in diversi periodi dellanno, e la lotta ai loro parassiti, in primo luogo il ragno rosso, viene fatta solo attraverso metodo biologico, cioè tramite luso di insetti antagonisti. Piante così esclusive da essere state oggetto, tre anni fa, di un clamoroso furto. Con un camion, e nottetempo, furono trafugate decine e decine di vasi, in unoperazione commissionata, forse, da qualche vivaista senza scrupoli, che ben conosceva il valore delle piante.
Occorreranno ancore sei o sette anni prima che le nuove azalee - riprodotte per talea o per propaggine - raggiungano lo sviluppo necessario per lesposizione.
Il rito annuale della mostra delle azalee si collega alla celebrazione dellantico mito greco-romano di Proserpina, citato nelle «Metamorfosi» di Ovidio. Questa meravigliosa fanciulla figlia di Cerere, dea della fertilità, fu notata da Plutone, mentre coglieva i fiori sulle rive del lago Pergusa ad Enna. Il dio degli Inferi decise di rapirla sulla sua biga trainata da cavalli neri, e di farne sua moglie. Cedendo alle preghiere di Cerere, Giove ordinò che Proserpina ritornasse in superficie per metà dellanno, a patto che trascorresse sei mesi nellAde, con suo marito.
I Greci e i Romani spiegavano lalternarsi delle stagioni con questa leggenda gentile.
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