Tripoli, stretta su pescherecci italiani Divieto di entrata nelle acque libiche

Sanzioni dure e senza eccezioni contro i natanti italiani sorpresi nelle acque territoriali libiche. Le misure previste sono multe, sequestro dell'attrezzatura da pesca e del pesce

Tripoli, stretta su pescherecci italiani 
Divieto di entrata nelle acque libiche

Tripoli - Linea dura contro i pescherecci italiani. Sanzioni dure e "senza eccezioni", d’ora in poi, contro i pescherecci italiani sorpresi nelle acque territoriali libiche. Lo rende noto, con un comunicato, l’Ufficio popolare (Ambasciata) della Libia a Roma. "Sequestro delle quantità di pesce a bordo", "sequestro di tutte le attrezzature di pesca", "pagamento di sanzioni pecuniaria che potrebbero raggiungere il valore dello stesso peschereccio", sono le misure previste.

La linea dura di Tripoli Tripoli rende noto agli "operatori italiani del settore e delle relative associazioni di categoria l’evidente carattere eccezionale delle procedure umanitaristiche" con cui la Libia "ha gestito la questione negli anni passati". Ed enumera le sanzioni che saranno comminate "alle imbarcazioni che saranno in futuro colte ad esercitare attività di pesca all’interno delle acque sotto la sovranità libica in violazione delle norme vigenti in Libia". Nel documento si sottolinea che le "eccellenti relazioni" tra Italia e Libia, rafforzate dal Trattato di amicizia, Partenariato e Cooperazione firmato il 30 agosto 2008, "hanno fino a questo momento indotto le Autorità competenti della Gran Giamahiria a gestire le violazioni relative all’esercizio delle attività di pesca da parte di battelli italiani colti nelle acque sotto la sovranità libica".

I precedenti L’ultimo caso, ricorda il comunicato, è quello dei due motopescherecci Monastir e Tulipano, fermati il 22 luglio e rilasciati il 4 agosto.

Il documento fa inoltre riferimento alla "storica" visita in Italia del leader libico Muammar Gheddafi, nel corso della quale, tra l’altro, è stato firmato un Memorandum d’intesa sulla Cooperazione nel settore delle Risorse marine che ha stabilito i "termini generali" della collaborazione bilaterale e ha previsto, in particolare, l’elaborazione di specifiche intese sull’esercizio delle attività economiche, incluse le relative procedure di autorizzazione e sui siti ove esercitare le attività previste.

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