La tristezza di Maradona

Il ct argentino: "Nella vita mai sentito tanto male, è come aver preso un pugno da Alì"

Stavolta il rosario arrotolato intorno alla mano non è servito. Diego Maradona saluta il Mondiale a testa bassa e medita l’addio. «Il sogno non si è realizzato, è una botta durissima. Come aver preso un pugno da Muhammad Alì... Ora devo riflettere sul futuro, devo parlare con la mia famiglia e anche con i giocatori e poi deciderò», così il ct della Selecion dopo la batosta incassata dalla Germania.
L’ex Pibe de Oro consola i giocatori in lacrime sul campo, soprattutto Maxi Rodriguez, Burdisso e Messi; baci e abbracci, un film già visto nei turni precedenti dopo gol, sostituzioni e partite vinte (tutte, almeno fino a ieri). E prima dell’uscita del terreno del Green Point, mostra anche il suo doppio volto: quello tenero di padre nel lungo abbraccio alla figlia Giannina, compagna del «Kun» Aguero; quello minaccioso nello scambio di insulti con i tifosi sulle tribune.
«Dopo il gol immediato, la Germania ha avuto idee che prima in questo Mondiale non aveva mai avuto - dice Maradona, amareggiato dopo l’eliminazione -. Noi abbiamo lasciato fare e loro ne hanno approfittato. Ma il risultato non mi toglie l’orgoglio per questa squadra. Ho grande tristezza, più grande di quella provata il giorno che ho lasciato il calcio giocato: questa è molto più dura perchè la speranza di passare il turno era forte, tutti avevamo la speranza di vincere contro la Germania. Più che il risultato è la delusione che mi ha fatto male: da giocatore nell’82 non mi rendevo tanto conto. Ho quasi 50 anni, li compirò ad ottobre, ed è una delle botte più forti che ho vissuto».
Il suo futuro è ancora tutto da scrivere: «Ho ringraziato i giocatori ma non ho parlato del futuro. Io posso andar via anche domani, ma deve proseguire il percorso per riportare il calcio argentino alle sue radici. Ma purtroppo ora dobbiamo fare i conti con quello che è successo: voglio ringraziare tutta la squadra, i tecnici e la gente che ci è stata accanto». E nonostante la sconfitta, Diego non rinnega le sue scelte: «Mi sono reso conto che alla gente piace questo calcio: andare all’attacco, cercare il gol. Anche se con i tedeschi non abbiamo avuto la freschezza necessaria per trasformare in rete le nostre azioni. Messi? Non ha segnato, ma ha fatto un gran Mondiale. Vederlo in lacrime negli spogliatoi è stato bruttissimo: chi dice che Messi non sente la maglia dell’Argentina, è uno stupido. Così come è falso dire che in Nazionale non può giocare chi milita all’estero. In questa squadra ci sono giocatori che guadagnano una fortuna e che hanno dato l’anima».
Nemmeno un raggio laser puntato sul suo volto ha rovinato la festa del ct tedesco Joachim Loew, stupito dal risultato del match: «Un punteggio come questo era inimmaginabile, ma quello che ha fatto la Germania è stato eccezionale, per volontà di vincere e per come abbiamo giocato nella ripresa, quando abbiamo fatto ancora pressing sulla difesa argentina trovando il necessario secondo gol. Messi non ha potuto giocare, l’abbiamo completamente imbavagliato senza fare quasi mai fallo su di lui. Insomma, una prestazione di grande classe».

Loew non riesce a trovare difetti nella prestazione dei suoi: «La mia squadra ha lavorato in modo straordinario, con ottime chiusure ed efficaci ripartenze. Con il contropiede abbiamo tirato fuori l’Argentina. La gara dei miei è stata favolosa, nulla da eccepire».

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