«Trivela» tradisce Mourinho: a salve l’arma anti-Balotelli

Povero Mourinho, anche la bacchetta del suo stellone ogni tanto si inceppa. Distrugge Balotelli (a torto o ragione, conta poco), pensa di averla fatta in barba a tutti, scodellando quel Quaresma che più miracolato non si può, e cosa gli combina il “Trivela”? Gli si rompe. Mavvààà!!! Pareva di veder un fumetto sfuggire dal capo (nel senso di testa) ingrigito. Il medico dell’Inter non glielo dice, preferisce annunciare lo stiramento a Inter Channel, e Quaresma diventa, per l’ennesima volta, l’epicentro dei terremoti interni.
Diavolo di un Trivela, cosa avrà mai fatto di male? É arrivato a Milano come raccomandato doc: costato un patrimonio, voluto fortemente da Mou, rinnegato fino all’ultimo da Moratti, cacciato al Chelsea per disperazione, ripescato in estate con la speranza di spedirlo al Genoa, tenuto a muso duro perchè quello ha fatto il bimbo dispettoso se non viziato, sopportato per quel poco che ha giocato, non sempre un gentleman in allenamento. Insomma filtra qualche bisbiglio circa mugugni ed altre amenità di intolleranza. Come dire: anche i Quaresma sono Balotelli, ma se stanno simpatici al capo....
Quaresma è il punto debole di Mourinho e stavolta poteva essere il dito puntato contro Balotelli. Con la Fiorentina ha giocato lui e quell’altro è finito in tribuna, con la prospettiva di guardarsi altre partite dall’alto. Compresa quella dove, più di Mourinho, potrebbe far paura la frangia ultrà juventina che sta inseguendo il SuperMario combina guai per tutta Europa. Ma il destino dispone di quel che Mourinho propone. E non si è messo dalla sua parte.
A San Siro, Quaresma «bidon d’oro» si è trasformato. Come fosse salito sul cocchio di Cenerentola. Anzi, è lui la zucca che si è trasformata in cocchio. Cenerentolo sarà lei, ha provato a dire a qualunque malpensante di San Siro quell’ex ragazzino(oggi ventiseienne) che, una volta, chiamavano Mustang, ai tempi dello Sporting venne soprannominato Harry Potter, oppure Ciganito che, tradotto, significa “piccolo zingaro“ e che, per esempio, detto ai rumeni non è mai un apprezzamento.
Il Trivela guizzava nel suo quarto di praticello con la maglia numero sette, ricordando che Jair era un’altra cosa, Domenghini pure, Ciccio Moriero anche, però meglio di Van der Meyde e forse Conceiçao. Il momento della grande rivincita è stato gustato a piccoli morsi. Perfino il pubblico del Meazza si è ritrovato con l’applauso facile. I commentatori Tv lo hanno sottolineato con la sorpresa di chi spia dal buco della serratura. Vero che la casella di Quaresma segna ancora un solo gol in una stagione e mezzo, 24 partite in tutto, di cui solo 5 quest’anno, anzi spicchi di partite (190 minuti fra Champions e campionato), però Mourinho continua la sua guerra personale con Balotelli e il portoghese diventa ideale (beh, non esageriamo) alter ego. Salvo uscire tenendosi appena dietro il ginocchio, eppoi scoprire che il problemino diventa un problema: stiramento collaterale interno del ginocchio destro. Non servirà operazione, ma durerà più di un mese. E Quaresma starà già pensando a qual santo votarsi. Mourinho non gli basta.
Ma questa è l’Inter: se Quaresma risboccia e si spunta nel giro di un’oretta, Balotelli resta il centro di gravità di tutte le tempeste. Il rapporto con Mourinho è rovinato, la credibilità sue e di chi lo amministra pure. Ne perde l’Inter e non si sa quanto ne guadagnerà l’allenatore. L’idea che Balotelli non giocasse a Torino era già credibile per ragioni che poco si associano alla sua indisciplina. Ma ora Mourinho sta dalla parte dei contestatori: contesta a modo suo, ma contesta. Punisce con facilità, distribuisce man rovesci verbali. Quaresma è il suo peccato, Balotelli il punching ball. Ieri si è allenato con la Primavera. Magari tornerà a giocarci qualche partita. E Materazzi ha fatto il guardaspalle del tecnico, facendo intendere la causa della punizione: «A tutti piacerebbe essere titolari sempre, ma è l’allenatore che sceglie. Quando firmi il contratto, sai che ti può capitare di sedere in panchina, andare in tribuna o restare a casa. Le regole vanno rispettate».
E SuperMario avrà smorfiato di non essere stato prescelto per il campo. E allora prendono corpo le ipotesi che lo vorrebbero via dall’Inter, almeno fino al termine della stagione. I tabloid inglesi insistono sull’ipotesi di uno scambio di Fabregas con l’Arsenal. Dalla Spagna Yaya Tourè comincia a brontolare.

All’Inter servirebbe, ma Moratti ha già rinforzato il Barcellona. Fabregas sarebbe un giocatore di qualità e sostanza. C’è Pandev in pole per l’attacco. «E per ora Balotelli lo vedrete poco». Parola di Mourinho. L’uomo dalla pistola(e dal bidone) d’oro.

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