Era inevitabile che Camfin, la holding che controlla il 26% della Pirelli e che ha come socio di riferimento lo stesso numero uno del gruppo di pneumatici, Marco Tronchetti Provera, dovesse mettere in cantiere un rafforzamento patrimoniale. Dalla Pirelli questanno non arriverà il dividendo, mentre il debito, che nel bilancio 2008 (approvato dal cda di ieri) è stato quantificato in 559 milioni, richiede i flussi necessari per ripagare gli oneri finanziari entro le consuete garanzie (covenant) di questi casi. Non a caso lo scorso anno il debito era sceso da quota 690 milioni proprio grazie alle cedole (211 milioni) della Bicocca.
Per questo Camfin si affida a Mediobanca per mettere in campo «iniziative volte a rafforzare la propria struttura patrimoniale e finanziaria e i contatti con le principali banche finanziatrici per il riscadenziamento del debito». E secondo fonti raccolte sul mercato, lipotesi più accreditata è quella di un aumento di capitale, anche se altri tipi di interventi sono anchessi contemplati. Tra questi è prevista luscita dal settore energia, con lesercizio della put sul 40% di Energia Investimenti, holding della joint-venture con Gdf Suez, valutata nel gruppo intorno ai 120 milioni. Leventuale aumento di capitale è comunque considerato misura contingente, nella certezza che il 26% della Pirelli detenuto in portafoglio presenti al momento un forte sconto rispetto al valore reale, quantificato nellordine dei 250 milioni. Ma questo è il prezzo che si trovano a pagare, più che mai in tempi di crisi dei mercati, le holding. Il mercato ha apprezzato lannuncio, con un rialzo del 6,5% dei titoli.
Camfin ha chiuso il 2008 con un risultato netto consolidato negativo per 167,1 milioni dopo un saldo in rosso dei proventi da partecipazioni per 131,8 milioni.
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