Trop model

Ogni anno leggiamo che le maggiorate torneranno di moda e ogni anno le vediamo sempre più anoressiche. Ieri il Giornale raccontava di una modella rimasta senza lavoro perché pesava ben 52 chili. Ebbene, sarà così finché l’opinione pubblica non avrà inteso quel che mass-mediaticamente non riesce a filtrare: che la maggioranza di queste modelle sono semplicemente brutte. Lo sa chiunque vi abbia lavorato, le abbia viste dal vero, abbia percepito il saldo tra come appaiono di persona e come in immagine: è un saldo che sfugge al pubblico ma non a chi le seleziona - che peraltro è quasi sempre gay, e aborrisce la femminilità. Chi le ha viste lo sa: sono degli appendiabiti, di una magrezza da lager, spigolose, con troppo spazio tra una coscia e l’altra. Le ragazzette candidate all’anoressia dovrebbero capirlo: agli uomini le modelle piacciono perlopiù vestite, come sinuoso genere di rappresentanza: ma poi, distese, ne vedono le ossa, il bacino, fanno impressione.

E sono le peggiori amanti possibili: troppo autoriflesse, appagate, non hanno niente da riscattare o liberare, niente da dimostrare, sono mezze androgine, hanno una vita così intrisa di sessualità che poi a letto giungono emotivamente scariche, come se la sera portassi una ballerina in discoteca. Questo è notorio sicché l’opinione pubblica, prima o poi, finirà per credervi. Magari, prima o poi, finirò per credervi anch’io.

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