Cronache

Troppa tolleranza degli arbitri per il gioco duro

Carissimo direttore, vengo a parlare del nostro Genoa che, venerdì, ha meritatamente vinto l’incontro con l’Albinoleffe anche se con un solo gol. Pericoloso trascinarsi sino alla fine con una sola rete di scarto, col pericolo, per una svista o un falso rimbalzo, di cadere in un ingiusto pareggio. Che sarebbe stato immeritato in quanto la superiorità del Genoa era più che palese. Ma, tanté, il nostro «attacco» (che aveva fatto scintille a Crotone) venerdì, era caduto nella solita «abulia». Di Vaio, senza scatto, grinta, visione della porta; ha fallito qualche «gol» facile ed in più la realizzazione del calcio di rigore che avrebbe significato la sicurezza. Leon, vagolante per il campo, «dribblomane» anche di se stesso e che ha perso il senso del tiro nel calcio di punizione. Greco, subentrato, ha fatto alcune cose buone ma, anche lui, ignora che esiste la porta. Ma osservatelo: in ogni «incontro» con un avversario o commette fallo o cade «per le terre» lui che non è affatto esile. Ci «ha messo una pezza» il solito Gasparetto, con una provvidenziale «zampata». Superlativi Milanetto ed il nostro valido portiere che, ha subìto e sopportato scontri durissimi.
Validi si sono dimostrati i «subentrati»: il Genoa ha le spalle ben coperte con, in più, un Aldaiton, in riserva. Qualche sbavatura nella difesa (Criscito e De Rosa).
Ma debbo rimarcare, anche questa volta, come si dia troppo spazio al «gioco duro». Le squadre inferiori per tecnica, si difendono, con le buone (sin che possono) poi, con le «cattive». Così ha fatto anche ieri, l’Albinoleffe: uno espulso, tre diffidati, un calcio di rigore contro... Non è così, signor Mondonico?
Ma sono, come al solito, state tollerate tante «entrate» assassine a piedi giunti sulle caviglie dei nostri. Ed aggressione al portiere. Il «gioco duro», vergogna del gioco del calcio, dovrebbe venire represso. Non è così, signori arbitri? Comunque, buoni i tre punti. Coraggio, vecchio «Grifone»: si intravvede, lassù la serie A.

Dobbiamo arrivarci.

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