Troppe bugie sulla riforma: via alla crociata pro Gelmini

L’idea nasce da una nonna di Oregina

Troppe bugie sulla riforma: via alla crociata pro Gelmini

(...) e in spagnolo, i manifesti contro la riforma del ministro Maria Stella Gelmini sono affissi fuori dalla scuola elementare Spinola, nel quartire di Oregina. E hanno fatto sobbalzare molti genitori. Ma non tutti. Cominciano ad essere abbastanza numerosi, infatti, coloro che non la pensano come quelli che in questi giorni stanno mandando in piazza bambini anche piccoli addobbati come «uomini-sandwich» con manifesti contro il governo. Manifesti che paventano una scuola massacrata. E molti insegnanti preferiscono gli slogan contro una discussione seria sulla riforma scolastica, magari da affinare, ma che va fatta. A cominciare, anche, da un gigantismo dell’apparato scolastico che costa troppo per uno Stato, come l’Italia, dove i bilanci sono troppo spesso in rosso.
La testimonianza di «disobbedienza civile», come l’hanno chiamata, chiesta per esempio alle famiglie che hanno i figli nell’Istituto comprensivo di Bolzaneto, infatti, non è stata attuata da tutti e decine di famiglie (pur sempre meno rispetto di quelle che hanno tenuto i figli a casa o li hanno mandati al corteo) hanno portato i figli a scuola lo stesso. Ciò che chiedono queste famiglie è una presentazione serena di quello che accadrà, per capire meglio la riforma e non una lotta politicizzata che non fa bene in primo luogo ai bambini. «Mi sono trovata a partecipare ad alcune assemblee molto politicizzate a sinistra e l’atmosfera è quella di un funerale della scuola. E ho sentito tante falsità», racconta Maria Teresa Carta, una nonna giovane e attiva nella vita della nipote, e quindi anche di quella scolastica.

Così lancia una proposta a chi non vede tutto nero, ma crede che una riforma, certamente discussa e ben definita, ci voglia. «Perché non manifestare a favore della Gelmini, invece che contro il ministro? Chiedendo magari di rivedere alcuni punti che possono essere ridiscussi, ma andando avanti nella riforma».

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