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Troppe zone nelle mani della mala

Filippo Grassia

La crescita del gioco a distanza e l’ingresso in Italia di nuovi operatori (ultimo CoralEurobet con il sito www.eurobet.it) hanno posto in secondo ordine il problema dei comuni che, a migliaia, non hanno neppure un’agenzia autorizzata alla raccolta di scommesse. In queste zone, ma non solo, s’insediano i ctd collegati con bookmaker esteri e quelli all’italiana che non si limitano a vendere “card” ma fanno intermediazione vera e propria. La proliferazione di questi punti è così radicata sul territorio che, quasi quotidianamente, la Guardia di Finanza è costretta a intervenire per ristabilire la legalità. Indispensabile, quindi, una implementazione delle agenzie. Ma come e dove e quando? Interrogativi legittimi, specie fra un governo che esce e un altro che ne prende il posto e coltiva idee diverse. Al momento c’è dicotomia fra la filosofia della Sisal, che punta sulla rete di 20mila ricevitorie diffuse su tutto il territorio, e la strategia di chi (Snai e Sicon) si è battuto per permettere l’apertura di 3 punti remoti a ogni agenzia già esistente. Probabile una soluzione di mezzo. Di sicuro c’è troppa Italia in mano alla malavita organizzata. È come se in tanti comuni mancasse anche la più piccola stazione dei carabinieri.
A questo riguardo Roberto D’Amora, presidente del Sicon, ha dichiarato: «La normativa che regola il settore delle scommesse è carente ed incompleta a tal punto da mettere a serio rischio la sopravvivenza delle singole concessioni e degli operatori che hanno contribuito a creare questo mercato, in quanto si assiste ad aperture continue ed indiscriminate di punti illegali di raccolta di scommesse. Ci vuole una maggiore copertura sul territorio per concedere alla raccolta a terra le stesse possibilità di sviluppo di cui gode il gioco telematico e arrestare la dilagante raccolta illegale. Su questi temi penso che siano d’accordo tutti gli operatori del settore. Di fronte a una così evidente e consolidata situazione d’emergenza, attendiamo notizie dall’Aams che, nei giorni scorsi, ha bocciato per l’ennesima volta l’ipotesi dei 3 punti. Prendiamo pure un’altra strada, purché sia in linea con il regime concessorio».
C’è confusione su questo mercato anche in seno all’Unione Europea: da una parte il Parlamento ha escluso i giochi dalla Direttiva dei Servizi e confermato la sovranità dei singoli stati per ragioni di pubblica sicurezza e di prelievo fiscale; dall’altra la Commissione Europea ha inviato una diffida a sette paesi (Italia, Danimarca, Finlandia, Germania, Olanda, Svezia e Ungheria) per le restrizioni collegate al mercato dei giochi. Di qui l’interrogazione dell’euro-parlamentare finlandese Anneli Jddtteenmdki che poggia su due punti. Innanzi tutto si chiede e chiede alla Commissione Europea «come può giustificare l'avviamento di una procedura di infrazione nel momento in cui non ammette il gioco d'azzardo nella sua proposta di Direttiva sui servizi». In secondo luogo desidera conoscere quando arriverà a conclusione il dossier sul gioco d'azzardo nel mercato interno dell'Unione Europea, commissionato all’Istituto Svizzero. A prescindere dalle risposte il ministro degli Interni finlandese Kari Rajamaki ha dichiarato: «La Finlandia è pronta a difendere in ogni sede il suo attuale sistema di gioco».
Come accennato, CoralEurobet s’è adeguato alla normativa italiana e, acquisendo una concessione a Genova, ha aperto un sito per la raccolta del gioco a distanza. L’ad per l’Italia, Domenico Giovando, ha spiegato che la scelta è dipesa in particolare da tre fattori: «La tassazione ridotta, la ricchezza del palinsesto e l’eliminazione di alcuni paletti sulle quote».

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