Gianandrea Zagato
Ventiquattro emendamenti e saltano i nervi a Filippo Penati. Basta che lopposizione eserciti il suo diritto-dovere, quello sancito in tutte le assemblee elettive e, oplà, la Casa delle Libertà diventa il nemico pubblico numero uno della governabilità. Farsa con tanto di virgolettati ad hoc per nascondere la verità: che Forza Italia, An e Udc hanno rovinato la festa voluta dal presidente diessino per presentare un libro (con buffet a seguire). «Avvenimento mondano che secondo i vertici della Provincia avrebbe dovuto suggerire al consiglio di chiudere quindi i lavori entro le diciotto, dopo averne anticipato linizio alle quattordici» rivela Bruno Dapei (Fi).
Solo che allapprovazione del consiglio cera una delibera da 200 milioni di euro, quella del prestito obbligazionario voluto da Penati per «investimenti, ammodernamenti e riqualificazioni». Come dire: «Laffaire Serravalle insegna che è meglio verificare punto per punto tutte le manovre finanziarie di questa amministrazione». E, detto fatto, ecco spuntare ventiquattro emendamenti anti-debito. Troppi per il presidente che, assente dallaula, ha accusato «di frenare gli investimenti necessari al territorio e indispensabili a creare un volano per leconomia in difficoltà». Uscita davvero niente male.
Peccato che la cronaca racconti unaltra storia: tre «no» a BreBeMi, Serravalle e Tee votati dalla maggioranza di Penati. Dettaglio, naturalmente, come la delibera da 200 milioni di euro che si doveva approvare «in fretta e furia perché il buffet attendeva» chiosa Paola Frassinetti (An).
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