È un vizio antico e tutto italiano, figlio di un capitalismo fatto di pochi grandi gruppi, in cui vengono perpetuati gli intrecci azionari e persiste labitudine a ricoprire incarichi in società concorrenti. Non è una radiografia confortante, quella che emerge dal lavoro di un anno dellAntitrust sulla corporate governance di banche e assicurazioni. Dove leccesso di concentrazione tra i gruppi quotati fa il paio con la scarsa contendibilità degli istituti di credito e con laltrettanto scarsa presenza di investitori istituzionali, soprattutto i fondi comuni, nellazionariato. Non avendo poteri dintervento, il presidente Antonio Catricalà invoca unauto-regolazione da parte delle società oggetto dellindagine, ovvero «modifiche statutarie volte a garantire lassenza di legami personali». In caso contrario, «bisognerà intervenire con qualche strumento» di carattere normativo o regolatorio.
A suggerire una sterzata rispetto allattuale sistema di governo è la necessità di aumentare il livello di concorrenza, assai basso. Il motivo è presto detto: l80% dei gruppi esaminati (il 96% del totale del campione) presenta nei propri organismi di governo societario uomini che figurano anche in strutture di vertice concorrenti (vedi tabella). Si tratta - rileva lAntitrust - di unanomalia italiana. È infatti inesistente per le imprese quotate sulla Borsa spagnola e su Euronext-Amsterdam, mentre riguarda solo il 26,7% di quelle quotate in Francia, il 43,8% di quelle tedesche e il 47,1% di quelle presenti sul listino inglese. Al di fuori dellEuropa, negli Usa è espressamente vietato il cumulo di incarichi.
Come si vede, cè molto da fare per avvicinare il modello italiano a quello, più aperto e trasparente, degli altri Paesi. Anche perché la «rete» di controlli incrociati espone le società al rischio di un effetto domino: linstabilità di alcuni soci può colpire le imprese nelle quali è detenuto il capitale, e ciò a maggior ragione quando sono coinvolte più società concorrenti.
LAuthority si sofferma infine sulle banche. I difetti: concentrazione dellazionariato «piuttosto elevata», da cui discendono uninsufficiente contendibilità e una ridotta possibilità di cambiamento degli assetti di governance; dunque, minore efficienza. Troppo leggero inoltre il peso di investitori come i fondi comuni, a differenza di quello - «ancora significativo» - delle Fondazioni, che hanno comunque garantito «una certa stabilità al sistema».
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