Negli ospedali lombardi sono in arrivo i blitz degli 007 anti-rischi. Scopo delle loro «incursioni», evitare gli errori in corsia, in sala operatoria e al pronto soccorso. Tutti tre luoghi di drammatici eventi. In Italia si contano infatti quattro vittime degli sbagli di medici e infermieri ogni cento ricoverati. Un bollettino tragico reso noto ieri, in un convegno al Centro Congressi Cariplo, dal Cineas (il Consorzio universitario per lingegneria nelle assicurazioni) del Politecnico. Il cui presidente, Adolfo Bertani, per rendere meglio la dimensione del fenomeno che riguarda in Italia all'anno 8 milioni di persone, ricorre a un paragone scioccante. «È come se cadesse un aereo ogni due settimane - e prosegue - in cinque anni di decessi per errori ospedalieri si perdono tante persone quanti sono, per esempio, gli abitanti di Pavia».
Ma a che si deve questa vera e propria strage? È colpa soprattutto del troppo lavoro, della stanchezza e della distrazione. Ci sono però anche altri fattori che concorrono a mettere in pericolo la vita dei degenti. Tra questi ci sono la cattiva organizzazione dei reparti, nonché i macchinari vecchi e obsoleti e i medicinali somministrati per sbaglio anche a causa di prescrizioni illeggibili. Le colpe questa volta sembrano suddivise a metà fra medici e infermieri. E a proposito di errori, dove si sbaglia di più? La risposta a questa domanda arriva dai 100, tra direttori sanitari, generali e risk manager di sei regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Sardegna) che hanno partecipato all'indagine condotta dal Cineas.
La maggior parte degli intervistati, il 75%, punta l'indice prima di tutto contro il pronto soccorso, seguito per il 60% dalla sala operatoria. Per il 42% poi gli errori verrebbero commessi durante la fase diagnostica, mentre per il 29% accadrebbero durante la degenza post-operatoria. Meno quelli in fase di ricovero pre-operatorio indicati dal 20% dei dirigenti. Gli intervistati oltre a fare mea culpa individuano la strada per evitare gli errori fatali. Il 53% ritiene che è necessario sfruttare ogni incidente per prevenirne in futuro, per il 20% è, invece, indispensabile appoggiarsi a esperti di rischi ospedalieri affiancandoli ai medici, per il 14% si deve responsabilizzare la classe medica mentre per il restante 13% è fondamentale riorganizzare il lavoro degli ospedali. Ospedali che sempre più spesso finiscono in tribunale: ben 12mila sono i medici protagonisti ogni anno di cause di risarcimento. Per evitare di arrivare nelle aule giudiziarie, ma soprattutto per ridurre i rischi in sala operatoria e in corsia la Regione è ricorsa agli 007 anti-rischio ospedaliero.
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