Cronache

«Troppi pollini nell’aria Avere più cura del verde»

La lotta alle allergie è cominciata. Con anni di ritardo, ma è cominciata. Nel 2008, l'allora assessore al verde Roberta Morgano, sottolineò l'esigenza di una programmazione scientifica per interventi «atti ad agire sulla qualità dell'aria» e controllare quindi le specie verdi della città per ridurre l'incidenza delle allergie. Ieri, è stato fatto il punto della situazione, grazie all'ennesima mozione sul tema presentata da Giuseppe Murolo e Enrico Musso de L'altra Genova.
«Nel regolamento del verde del comune di Genova, in particolare all'articolo 3, comma M - spiega l'assessore al verde del comune di Genova, Pinuccia Montanari -, abbiamo stabilito che è da privilegiare la messa a dimora di piante a bassa allergenicità. Sull'esistente si interviene, come da accordi con l'Associazione ligure allergici, con operazioni di sfalcio specie sulle graminacee e l'estirpazione della parietaria nei periodi specifici, per evitarne la diffusione». Ma, osserva Giuseppe Murolo, «nel piano regolatore del verde, questa postilla manca totalmente. Quindi, dal punto di vista pratico, questo riferimento specifico all'impegno di evitare determinati tipi di piante nei nuovi spazi verdi, non è stato riportato. Certo è il regolamento che fa legge, ma sarebbe importante che fosse ribadito in più punti». In effetti, anche se poco se ne parla, le allergie colpiscono sempre di più la popolazione, anche i giovanissimi. «I dipendenti dell' Aster - commenta l' assessore - faranno un corso di formazione specifico sul regolamento del verde e in particolare sulle regole che ci siamo dati in tema di piante che possano favorire l'insorgenza di reazioni allergiche».
E, in tema di scuola e verde, è del consigliere Idv Francesco De Benedictis la proposta di portare una sezione distaccata dell'istituto agrario Marsano alle torri della scuola media Quasimodo di Cà Nova, a Prà. Le medie, infatti, hanno ormai soltanto una sezione, a causa del decremento delle iscrizioni. «Le torri sono fatiscenti e vanno in ogni caso recuperate - osserva De Benedictis -, piuttosto che rischiare di lasciarle inutilizzate, si potrebbe ragionare sul portare una sezione dell'agrario qui, a Ponente».

Una succursale della sede storica e levantina di Sant'Ilario, che potrebbe creare interessanti relazioni con i produttori di basilico di Prà.

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