Troppo ambiziosa la giustiziera Jodie Foster

In una New York cupa, claustrofobica e angosciante, si muove la Jodie Foster, protagonista de Il buio nell’anima, il thriller firmato da Neil Jordan. Nei panni di una conduttrice radiofonica, Jodie vede strappato di mano, in una tragica notte, ciò che aveva di più caro; durante una rapina, infatti, lei finisce in coma e il suo fidanzato viene ucciso. La polizia brancola e alla rediviva non resta che vestire i panni, al femminile, di giustiziere della notte e vagare, tra le strade della Grande Mela, pistola alla mano, come angelo sterminatore di ciò che è male e impunito. Troppa carne al fuoco finisce per rallentare l’azione del pur bravo Jordan, nonostante una Foster convincente. Certo che quel finale assolutorio, dove il fine (illegale) giustifica i mezzi, potevano anche risparmiarcelo, vanificando, in un certo senso, l’impianto filosofico di quello che resta un buon film.
In Un’impresa da Dio, sequel del più riuscito Una settimana da Dio, ritroviamo il giornalista televisivo Evan Baxter (Steve Carrell), che è stato eletto nel Congresso Usa. Tutto sembra, quindi, procedere per il meglio ma, un giorno (come accadde, nel primo film, al più divertente Jim Carrey) Dio in persona (sempre un simpatico Morgan Freeman) gli affida un compito che fa a pugni con la sua nuova carica: costruire la nuova «Arca», esattamente come fece Noè. Da questo momento, si susseguono le gag, raramente efficaci, giocate molto sulla mimica di un Carrell che perde, alla grande, il confronto, virtuale, con Carrey. Il «meglio», tutto sommato, lo si può gustare nei titoli di coda di un film dove la vera «impresa da Dio» è strappare una risata e che ti fa correre, in edicola, a comprare Aggiungi un posto a tavola.


I film più visti a Roma dal 24 al 30 settembre sono 1) I Simpson; 2) Hairspray; 3) Funeral Party; 4) La ragazza nel lago; 5) Un’impresa da Dio; 6) Shrek Terzo; 7) Il buio nell’anima; 8) Piano, solo; 9) Espiazione; 10) Scrivilo sui muri.

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