Troppo caldo: esplodono le zucche (nei campi)

«Estate killer» per le zucche lombarde, E non è un modo di dire. Sì perchè, le zucche scottate dai raggi solari ingialliscono e alla fine scoppiano. «In alcuni campi del Mantovano e del Cremonese – spiega la Coldiretti Lombardia – il caldo torrido e i raggi a picco della scorsa settimana hanno lasciato una serie di bruciature rosa e giallastre sulla parte più esposta danneggiando fino al 40 per cento del prodotto pronto alla raccolta. Colpita, in particolare, la varietà «cappello del prete», nella fascia di territorio a cavallo fra Lombardia ed Emilia, da Mantova a Reggio,che è grigia e matura per settembre. «Fra i 30 e i 33 gradi – spiega Lorenzo Calciolari, agricoltore di San Rocco nel Mantovano – riescono a resistere, ma con i dieci giorni a 38-39 gradi che abbiamo vissuto a metà mese, la parte che avevano più esposta è stata scottata dal sole, scolorendo fino a diventare rosa giallastra». Mentre nel Cremonese stanno procedendo a tappe forzate alla raccolta di Delica e Piacentine «perché - spiega Emanuela Banderini, imprenditrice agricola di R ivarolo del Re - a causa delle altissime temperature dei giorni passati le zucche rischiano di “scoppiare”, infatti con il gran caldo la parte zuccherina tende a far aprire delle ferite nel frutto». Anche per questo motivo in Lombardia la raccolta è partita, in anticipo, in questi giorni e proseguirà per un paio di settimane. «La qualità è ottima, con una riduzione di circa il 15 per cento sulle quantità» spiega Massimo Perini, produttore a Casteldidone (Cremona). La varietà «Delica» è fra le più diffuse, mentre a Cremona c’è anche la «Violina» (nella città di Stradivari non poteva essere altrimenti) con una forma allungata che richiama la sagoma di un violino. In Lombardia – secondo le stime di Coldiretti Lombardia – si producono oltre due milioni e mezzo di zucche su oltre 500 ettari di campi.

Le province più «zucchifere» sono Mantova (310 ettari), Pavia (108 ettari), Cremona (42 ettari) e Brescia (33 ettari), mentre fra Milano, Lodi e Monza ci sono poco più di 8 ettari e quasi due ettari sulla fascia prealpina fra Varese, Como e Sondrio.

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