Trotto, il vescovo in gara per aiutare le ragazze madri

I premi vinti in carriera dal purosangue saranno devoluti a un istituto

Alberto Cagnato

nostro inviato a Loreto

Metti un luminoso pomeriggio di metà novembre al Santuario di Loreto, luogo ammantato di un’atmosfera mistica come pochi altri. Senza avere la pretesa di mischiare il sacro al profano, crediamo valga la pena di raccontare una storia che ha come protagonisti il vescovo di Loreto, Gianni Danzi, e il presidente degli allevatori del trotto, Ernesto Cazzaniga. Cosa hanno in comune due personaggi all’apparenza così diversi, oltre al fatto di essere entrambi lombardi, varesino il primo e monzese il secondo? La risposta, senza retorica, è semplice: l’intento di fare del bene, sfruttando le rispettive sinergie per aiutare chi soffre. Il vescovo, persona attenta e perspicace, ha recepito le buone intenzioni degli allevatori del trotto insieme ai quali ha messo le basi per un progetto articolato.
Innanzitutto gli allevatori doneranno al vescovo un puledro trottatore che verrà «battezzato» con il nome di Loreto. Si tratta di un puledro di alta genealogia e di morfologia perfetta del valore «venale» di non meno di 50mila euro. Sulla carta, dunque, un puledro molto promettente che correrà per i colori del vescovo. E tutto quanto riuscirà a vincere durante la propria carriera di corse - su espresso volere del vescovo - sarà devoluto in beneficenza a favore del vicino monastero di Nostra Signora della Carità, una struttura che accoglie ragazze madri sole e senza mezzi. Sono stati presi anche dei contatti con uno sponsor, che ha manifestato la disponibilità a raddoppiare i premi vinti dal puledro. «Si chiamerà Loreto, il cavallo della Madonna», afferma divertito il vescovo Danzi, uomo pervaso dalla priorità assoluta di fare concretamente del bene a chi ne ha bisogno, anche con mezzi che a prima vista potrebbero sembrare poco convenzionali per un alto prelato, ma sicuramente molto efficaci a favore di chi soffre.
A riprova di ciò il vescovo Danzi, dinamico e sportivo, si è detto anche disponibile a cimentarsi in sulky alla guida di un cavallo in corse di beneficenza alle quali partecipano solitamente grossi personaggi del mondo del giornalismo, dell’arte e dello spettacolo. E per non perdere tempo già venerdì prossimo il vescovo, impegni permettendo, potrebbe saggiare la propria attitudine con la prima lezione di «scuola guida» che gli verrà impartita dal capitano Ermanno Mori, ideatore del Museo Storico del trotto nella vicina Civitanova Marche dove ha creato un ippodromo in pieno sviluppo. Ma il progetto non si esaurisce qui. L’ippica di casa nostra, che sta vivendo un periodo di crisi, si è accorta di avere troppi cavalli rispetto alla necessità delle corse e sta correndo ai ripari per ridurli. L’Unire - il Coni dell’ippica - sta mettendo a punto un piano di «enucleazione», una brutta parola che significa togliere questi cavalli dall’ippica agonistica destinandoli ad altri usi (allo scopo ci risulta stiano per essere stanziati 4 milioni e mezzo di euro per un piano triennale). Resta il problema di come riciclare in modo onorevole questi cavalli espulsi dal ciclo produttivo, evitando che finiscano in mano a commercianti senza scrupoli che li indirizzano alle corse clandestine sulle strade, anche se non di rado la loro sorte è finire dal macellaio. È scientificamente provato che i cavalli garantiscono eccellenti risultati nell’impiego dell’ippoterapia, dove bambini e malati «diversamente abili» ottengono insperati miglioramenti sia sotto il profilo fisico che psicologico. Da qui il progetto, ideato insieme al vescovo, di convogliare gradatamente in una tenuta di proprietà della Santa Casa questi cavalli scartati dagli ippodromi, che verrebbero accuditi da giovani bisognosi di reinserirsi nella società.
Una volta formato questo «serbatoio», i cavalli verrebbero smistati nei centri ippoterapici che stanno sorgendo in tutt’Italia secondo richieste e necessità attentamente vagliate. Un progetto davvero interessante, piaciuto senza riserve al vescovo che avrebbe già individuato allo scopo una tenuta di una settantina di ettari nel Recanatese. Il ministero dell’Agricoltura di Gianni Alemanno sarà lieto di dare il proprio patrocinio all’iniziativa.

In questo centro verrà ospitata anche una fattrice di alta genealogia gravida di uno stallone importante, altro regalo degli allevatori del trotto al vescovo Danzi, nominato, con tanto di consegna di medaglia, socio onorario dell’associazione. Le strade del Signore sono infinite...

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