Trovare l’alloggio a prezzi contenuti: l’esame più difficile per molti studenti

Vicino all’università un posto letto può costare 450 euro e una singola raggiunge i 650 euro

Gli studenti universitari fuori sede devono fare i conti con affitti sempre più salati. È quanto emerge da un monitoraggio condotto dal Sunia, il Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari. «Il fenomeno ha assunto caratteri molto gravi», ha lanciato l’allarme Laura Mariani, responsabile dell’ufficio studi del Sunia. Al punto che oggi sono molti, moltissimi, i giovani che non ce la fanno, anche nonostante il sostegno delle famiglie. Per loro l’alloggio è diventato l’esame più difficile da superare. La voglia di studiare, quindi, viene messa in secondo piano qualche volta di fronte alle oggettive difficoltà per farlo.
Secondo le stime fornite dal sindacato un posto letto nella capitale può arrivare a costare fino a 450 euro al mese. Una camera singola, altrimenti, viene anche 650. Questo è il prezzo da pagare per chi vuole andare ad abitare vicino alla Sapienza, in quartieri come San Lorenzo o Nomentano, le zone più ambite dagli studenti. Nei pressi di Roma Tre e Tor Vergata, gli altri due grandi atenei della città, i valori sono leggermente più bassi. Qui una camera singola non supera generalmente i 550 euro al mese. Lo stesso vale per il Pigneto, un rione molto in voga fra i giovani. Nelle aree periferiche, sulla via Prenestina per esempio, bisogna versarne invece 450. Per un posto letto ne bastano, si fa per dire, 300.
A danno degli affittuari si verificano poi, nella maggioranza dei casi, una serie di violazioni. Contratti in nero, alloggi precari (delle dimensioni a volte perfino inferiori ai 14 mq previsti dalla legge) e tentativi di accollo delle spese condominiali sugli inquilini sono alcune tra le più frequenti. Irregolarità gravi, alle quali si somma il problema delle opportunità negate. Senza un contratto scritto e registrato, ricorda il sindacato, lo studente fuori sede non ha diritto alla detrazione del 30 per cento dell’imposta annua di registro prevista nel suo caso, né all’abbuono concesso agli studenti under 30 con un reddito da lavoratore all’attivo, né tanto meno agli eventuali contributi erogati dalle varie aziende regionali per il diritto allo studio.
Infine, vengono a mancare le garanzie di durata e di stabilità della locazione, ragione per la quale gli studenti fuori sede sono costretti a cambiare spesso sistemazione nel corso degli studi universitari.
Oggi quasi la metà degli studenti viene da fuori. E continuano ad aumentare ogni anno che passa. Un fenomeno che ha stravolto il mercato degli affitti, portando a un inasprimento dei prezzi generalizzato. «Affittando un alloggio a più studenti i proprietari sono riusciti a praticare canoni altissimi», conclude la responsabile dell’ufficio studi del Sunia. A pagarne le conseguenze non sono però solo i fuori sede, avverte il sindacato degli inquilini e assegnatari, ma anche i residenti.

Single, giovani coppie, famiglie con redditi medio bassi, queste le categorie più a rischio.
Espulsi da intere zone urbane dall’oggi all’indomani, sono in molti a doversi trasferire in periferia per riuscire a pagare l’affitto.

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