«Sono caduti in un burrone in fondo ad una ventina di metri», ha detto allAnsa Noel Marquez, responsabile della protezione civile di Merida, precisando che Simone Montesso (23 anni di Bolzano) e Massimo Barbiero (37 anni, di Padova) sono stati identificati grazie agli indumenti che portavano. Con la voce rotta dal pianto, da Venezia, il fratello di Massimo, Ruggero, ha confermato il ritrovamento, che ha posto fine ad una settimana di ricerche. A quanto pare i due escursionisti si stavano dirigendo verso una casa in unarea nota come «La Montagna», a circa 2.400 metri di altezza, distante, a piedi, due ore da Merida.
Le ricerche effettuate dalla protezione civile venezuelana, con la quale le autorità diplomatiche italiane a Caracas si sono tenute in stretto contatto fin dai primi momenti della scomparsa dei due nostri connazionali, si erano concentrate nellarea dove i volontari italiani si erano diretti una settimana fa per unescursione.
Larea era stata individuata grazie alla ricostruzione operata dalle autorità venezuelane in base ai movimenti dei due e alle testimonianze in loco. Montesso e Barbiero erano scomparsi lo scorso 6 aprile e non cera più stato alcun contatto con la casa-familia a Merida dellassociazione Giovanni XXIII, da dove erano partiti per unescursione nella regione.
La mancanza di ogni contatto aveva subito destato grande preoccupazione: fin dallinizio era stata di fatto esclusa la possibilità di un rapimento.
Tutto faceva pensare infatti a un incidente di montagna, aveva subito precisato la Protezione civile, ricordando che sia il giorno della partenza dei due italiani, sia nel corso della settimana, le condizioni climatiche dellarea erano pessime, con forti precipitazioni e basse temperature.
Proprio ieri uno dei fratelli di Massimo Barbiero aveva deciso ha deciso di partire per la capitale venezuelana per poter seguire da vicino le ricerche.
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