Trovato in un fosso: era malato di cancro

L’hanno trovato in un fossato, il corpo raggomitolato su se stesso, l’auto poco distante. Emilio Colacicco, 59 anni, scomparso 9 giorni fa da casa, si è tolto la vita ingerendo un mix letale di farmaci, probabilmente il giorno stesso della sua sparizione. Una tragedia annunciata: l’uomo, infatti, aveva saputo di essere malato di una grave forma di tumore e aveva annunciato ai suoi familiari l’intenzione di volere farla finita. E lo ha scritto in un biglietto trovato accanto a lui: «Vi chiedo perdono ma non ce la faccio più a vivere». A ritrovare il corpo del 59enne di Sant’Angelo è stato un amico, Aldo Coletta, con il quale si recava spesso a pescare in una zona che costeggia il fiume Garigliano, in località Mottola, nel comune di Rocca d’Evandro. Un luogo distante solo una quarantina di chilometri dall’abitazione della famiglia Colacicco, anche se in provincia di Caserta. Da giorni le ricerche da parte degli uomini delle Protezione civile e dei familiari stessi si erano concentrate sulle sponde del fiume ma senza esito. Secondo una prima ricostruzione, Emilio avrebbe parcheggiato l’auto, una Polo grigia, e dopo aver ingerito un cocktail di farmaci (probabilmente gli stessi che doveva prendere per curarsi la grave malattia) ha cominciato ad avvertire dei forti dolori. È uscito dalla vettura, ha fatto qualche passo, poi si è accasciato a terra, travolto dai dolori e anche dalla disperazione. La morte risalirebbe a 7 giorni fa, secondo il medico legale. Polemici i familiari di Colacicco i quali denunciano uno scarso impegno delle forze dell’ordine nelle ricerche. «Domenica sera eravamo tornati dall’Inghilterra per fare ciò che dovrebbero fare le forze dell’ordine. Trovare nostro padre». Questo l’amaro sfogo di Gaetano, uno dei due figli di Emilio che lavorano all’estero.

Il cancro secondo i medici non gli avrebbe concesso più di sei mesi di vita. Ma Colacicco non lo sapeva questo, ha deciso solo di farla finita per non soffrire inutilmente. Per sé e per gli altri. Una sorta di ultimo, disperato atto d’amore.

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