Truccazzano Ammazza la moglie e tenta il suicidio

Uccide la moglie e, poi, disperato, tenta di suicidarsi accoltellandosi. Ora Palmiro Alloni, 73 anni, ex operaio metalmeccanico in pensione è ricoverato in prognosi riservata, al San Raffaele. La tragedia ieri all’alba a Truccazzano dove Caterina Giupponi detta Cina, 72 anni, ex cuoca in una ditta farmaceutica, è stata massacrata a martellate e colpi di coltello sul letto matrimoniale al primo piano della villetta di via san Giovanni Bosco 77. Accanto al marito, gravissimo. La scoperta è stata fatto dal genero, mandato dalla moglie e vedere perché i genitori non rispondessero al telefono. Ora spetterà ai carabinieri di Cassano d’Adda ricostruire l’esatta dinamica in attesa che Palmiro, nativo di Truccazzano e sposato da oltre 40 anni, non starà meglio e potrà confessare, secondo quanto si aspettano i militari. Mentre da subito è stata esclusa la possibile rapina o la mano di altri che non siano i coniugi nel dramma. Il movente? Un litigio degenerato, sempre secondo i militari. Ma Mario Cantoni, ex fidanzato di Caterina prima che lei incontrasse Palmiro e ora dirigente della A.S. Truccazzanese non ha dubbi. «Palmiro soffriva di depressione da 5 anni e da due era in cura da un professionista. Caterina mi ha confidato, recentemente: “Porta fuori il cane della figlia per due ore e poi non fa più nulla per l’intera giornata. E non parla. A volte mi fa così girare le scatole che non so cosa farei”». Lo stesso Palmiro pochi mesi fa aveva raccontato a Mario, che aveva lavorato con lui per anni alla Tagliabue di Milano: «Sono sempre stanco. Debole. E non mi va bene più niente». La coppia aveva tre figli tra cui appunto la figlia che ieri alle 7 ha mandato il marito a vedere cosa fosse successo ai genitori.

L’uomo ha rotto il vetro della finestra laterale alla porta, l’ha aperta, è salito al piano superiore e ha visto la scena. Poi eliambulanza e bara a dividere, per sempre, i coniugi. Rimane, nel ricordo di Mario, la voce allegra di Caterina che diceva spesso: «Sono felice di vivere».

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