Trucchi, vestiti, cenette: così per le nuove "sciure" è sempre happy hour

La vera milanese imbellita? Dal look al guardaroba fino ai locali, ecco cosa fare. E soprattutto non fare

Trucchi, vestiti, cenette: così per le nuove "sciure" è sempre happy hour

Se milanesi si nasce e non si diventa, fare un tentativo per avvicinarsi al prototipo dop è d'obbligo per chi decide di vivere all'ombra della Madonnina. E il libro La Milanese Imbellita (Hop! editore, 144 pp, 18 euro) si propone come guida per scoprire tutti i segreti di bellezza e di moda, della vita sociale e degli uomini della meneghina. Partendo proprio dalla beauty routine, «l'obiettivo è sfoggiare un look acqua e sapone - raccontano le autrici Alice Abbiadati e Alice Rosati -. Gli effetti troppo costruiti alla Milanese non piacciono. Tra i suoi anti-age preferiti ci sono prodotti naturali, che compra in farmacia o nell'erboristeria di fiducia, mentre la fragranza è sempre la stessa e di nicchia. Il rossetto? Rosso. Non vedrete mai la meneghina con una tonalità pop, perché fa trend del momento e, di conseguenza, è passeggero. Poi ci sono i capelli, sempre puliti e perfetti. Al mattino li ha tassativamente sciolti, dalle 19 alle 21 punta su una coda bassa, dalle 21 all'1 va di mosso o di chignon arruffato, sinonimo del fatto che si sta divertendo ma che resta cool. La tinta? Siete a Milano, non a Rozzano, quindi bocciata».

Per quando riguarda la moda, l'Imbellita è sempre al passo con le sfilate, ma le osserva e basta. Il suo armadio ruota intorno a pantaloni a palazzo e di velluto, jeans, camicie bianche o a righe, blazer lunghi fino ai fianchi, maglioncini di cashmere, vestiti neri e trench, acquistati in negozi di fiducia. Ed è fedele a queste nuance: nero, bianco, blu (fa intellettuale), nude (dal cappotto alle scarpe) e cipria. «La Milanese si destreggia sapientemente tra il cheap e lo chic, tra il nuovo e il vintage, che spesso arriva dal guardaroba della mamma o della nonna. Non acquisterà mai un capo costoso solo perché in quella stagione è di tendenza. Piuttosto si concede un modello della griffe del momento che difficilmente passerà di moda - continuano le autrici -. Fa molta attenzione agli accessori senza il logo in evidenza e adora i gioielli. Insomma, preferisce la qualità alla quantità, tenendo presente che un buon maglioncino di cashmere si può trovare anche al mercato di via Calvi». I passi falsi da non fare? «Bandite la stola, lo stile a cipolla, il plateau, le lunghezze mini, i colori fluo, le paillettes e i maxi gioielli». E una volta impostato il look, si passa alla vita, tutt'altro che noiosa. «Il lunedi la Milanese sta in casa a guardare una serie tv, il meglio di eventi e serate si concentra tra il martedì e il venerdì, mentre nel weekend scappa fuori città. L'ape con le colleghe e la cenetta con le amiche sono un'abitudine molto radicata. Così come il sushi settimanale o la pizza mangiata in posti storici, all'apparenza privi di stile, ma dove prevale la qualità».

E tra un happy hour al Bar Basso, il primo ad aver introdotto il Negroni Sbagliato e il rito dell'aperitivo, un drink in piazza Mentana o al Radetzky e un tè all'Armani Café, la Milanese non si perde mai un vernissage, a Palazzo Reale, in 10 Corso Como, alla Triennale o a Villa Necchi Campiglio.

Tempo al tempo, servirà qualche anno per entrare a far parte della schiera delle Imbellite. Poi il passo verso la Sciura de Milan, seguitissima su Instagram sul profilo sciuragram, sarà breve.

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