Trucco da ex comunisti Tesserati in massa per avere le licenze

VeneziaTassisti in attesa di licenza tesserati in massa. Tutti in coda per iscriversi al Pd. E a tutti l’ispirazione è arrivata l’ultimo giorno utile per poter votare all’imminente congresso. Rischia di diventare un caso politico quello dei motoscafisti di Venezia che, in attesa della decisione sulle licenze, si sono iscritti al partito.
Il caso, come si legge nel Gazzettino è stato reso noto da una lettera anonima e poi confermato da organi interni al gruppo: le iscrizioni sono avvenute all’ultimo momento utile per poter votare al congresso per eleggere il segretario nazionale. La notizia dell’iscrizione di massa nel Pd di un consistente numero di sostituti tassisti ha creato una bufera nel partito di maggioranza proprio alla vigilia del Consiglio comunale che oggi dovrebbe deliberare il rilascio di 25 nuove licenze di taxi acqueo. Così, da un problema di natura tecnica, si è passati a un caso politico che investe il gruppo consiliare del partito democratico che a Ca’ Farsetti ha la maggioranza assoluta.
Il 21 luglio era l’ultimo giorno utile per iscriversi al partito e avere il diritto di voto all’imminente congresso. Quello stesso giorno c’è stata una vera e propria iscrizione di massa. Tutti all’ultimo minuto. Tutti in coda per accreditarsi. Dei 31 nuovi iscritti, 24 risultano essere sostituti tassisti. Diciannove di quei 24 hanno votato al congresso e in quel circolo il candidato alla segreteria nazionale del Pd, Pierluigi Bersani, ha stravinto sui rivali Dario Franceschini e Ignazio Marino. Ma cosa centrano le licenze per i taxi? Al Comune una consistente parte del Pd sta con l’ex vicesindaco Michele Vianello per un aumento del contingente taxi pari a 25 nuove autorizzazioni. E nel Pd, ora c’è chi si chiede se c’è un legame tra le due vicende. «Il fatto che prima di un congresso ci sia un picco di tesseramenti avviene in tutti i partiti, si difende il capogruppo del Pd Claudio Borghello, chiamato in causa dalla lettera anonima. È però grave- continua il capogruppo - insinuare che ci possa essere un appoggio di scambio nei confronti di queste persone. È assurdo, se lo avessimo voluto con i numeri del Pd il Consiglio avrebbe potuto deliberare questo aumento un anno fa».

Per Borghello insomma il fatto che molti dei sostituti abbiano scelto il Pd non è rilevante. Intanto però dalla Commissione regionale di garanzia del congresso Pd continua ad accusare: «Questa storia configura un problema di credibilità del partito».

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