Riccardo Re
Un biglietto del treno Genova-Venezia è costato molto caro a quattro presunti malviventi, a capo di un'ingegnosa ed estesa associazione a delinquere. Da quel biglietto, acquistato oltre due anni fa con una carta di credito intestata con falso nome, è partita l'inchiesta della compartimento di polizia ferroviaria per la Liguria. L'operazione, denominata «Tasso zero» ha portato il gip Daniela Faraggi, su richiesta del pm Sergio Merlo, a disporre due provvedimenti di custodia cautelare in carcere e due agli arresti domiciliari per i reati ipotizzati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, furto di identità e falso ideologico. Altre trenta le persone denunciate a piede libero coinvolte nellinchiesta. A finire in manette sono stati Pietro Pietroni e Diana Daini, mentre la moglie di Pietroni, Maria Lorena Baraldi ed Ebal Leanza sono agli arresti domiciliari per motivi di salute. Gli inquirenti hanno scovato un meccanismo di truffa assai più complesso e artificioso che va a intrecciare diversi settori del commercio e della finanza.
Il giro scoperto si è rivelato anche estremamente «efficace», visto che stando alle stime arrotondate per difetto, i quattro sembrerebbero aver racimolato una cifra poco inferiore a un milione e seicento mila euro. Una delle truffe maggiormente messe in atto dai quattro, consisteva nel chiedere prestiti alle banche per lacquisto di immobili, che con la probabile complicità di qualche venditore, venivano sovrastimati, spesso con la scusa di eventuali lavori di ristrutturazione. I quattro pagavano al venditore la cifra pattuita e intascavano il resto. Apparentemente niente di male se i prestiti fossero stati resi alle banche. I quattro invece riuscivano a raggirare le banche grazie a documenti contraffatti, conti correnti intestati con falsi nomi, e capacità reddituali garantite da un commercialista e alcuni esercenti compiacenti. Lelemento ancora più anomalo è che per queste operazioni i quattro «rubassero lidentità» a cittadini del tutto estranei ai fatti. Ma i filoni dinchiesta hanno toccato anche operazioni riguardanti falsi leasing, prestiti on line, frodi nellacquisto di costosi fuoristrada e altro ancora. Le persone truffate dai quattro, che si presentavano sempre con false identità, sono numerose e non sempre individuate. Anche per questo, Salvatore Genova, dirigente del comando ligure della Polfer, si augura che le foto diramate possano servire a ulteriori segnalazioni.
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