Truffe allo Stato e ripetitori abusivi. Ma le tv campane intascano 14 milioni

I fondi del Corecom a emittenti sotto inchiesta e che trasmettono solo canzoni neomelodiche

«Nu latitante è na foglia int’o viento, nun pò alluccà nun pò dì so innocente». Parola di Tommy Riccio, che al latitante in questione ha dedicato una delle più struggenti canzoni del filone neomelodico napoletano. E innocenti non possono dire di essere neppure i vertici del Corecom della Campania, il Comitato regionale per le comunicazioni che ha recentemente stanziato i 14 milioni di euro erogati dal governo per 54 emittenti locali. Suscitando più polemiche di un rigore negato al «Pocho» Lavezzi.

A garantire contributi statali alle emittenti locali è la legge 448 del 1998. Il problema sta nei criteri con cui queste aziende accedono ai finanziamenti. Come denunciato da Rita Pennarola su La Voce delle Voci, «il comitato ha spiegato di non essere tenuto a valutare la qualità delle trasmissioni, basta che le emittenti abbiano assunto dei giornalisti». È l’unica discriminante, facile da aggirare. Basti pensare che molte delle 54 beneficiarie (solo sei infatti non hanno ottenuto denari) neppure trasmettono. E vabbuò.

«A parte alcune tv storiche, come Canale 9, Canale 21, Televomero e Telecapri - spiega Pennarola -, tre quarti delle tv finanziate basano i loro palinsesti su concerti e video di cantanti neomelodici». Quelli che anni fa furono accusati dall’allora ministro dell’Interno Amato di «cantare la cultura camorrista» a colpi di Nu latitante, Nu pentito ’nammurato e via «scugnizzando». Domanda: in una Regione come la Campania di Bassolino, devastata dal caos rifiuti et similia, ci sono tante risorse da sprecare? Evidentemente sì, e così un soldino per Tiziana che gorgheggia su Tele Akery, un soldino per Lello Murtas e le sue tammuriate su Tele Luna, un soldino per Tele Radio Buon Consiglio, «la tv francescana che porta l’Immacolata nel tuo cuore». E pazienza se nella graduatoria ufficiale ben quattro emittenti hanno totalizzato zero virgola zero punti: due lire le raccolgono pure loro. Giusto due, perché il meccanismo prevede che i quattro quinti dei fondi vadano alle prime tv in graduatoria. Agli altri spicci.

A fare scandalo, però, è anche altro. Innanzitutto la composizione del Comitato. Tra i membri, presieduti dal giornalista Gianni Festa, anche un liquidatore di un negozio di scarpe (tra l’altro maestro venerabile della massoneria) e un assicuratore, alla faccia dei «titoli scientifici» richiesti ai 160 candidati al bando, come ha scritto Furio Lo Forte ancora su La Voce delle Voci. Ecco spiegato perché ci hanno impiegato 27 sedute «per dare il nostro contributo alle televisioni private nella trasparenza e nella legalità», così come annuncia il presidente del Corecom Festa.

E meno male. Peccato che al sesto posto in classifica ci sia ItaliaMia, l’emittente di Giuseppe Giordano, della moglie e dei figli, tutti finiti agli arresti domiciliari nel 2008. Con quali accuse? «Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso ideologico». Per i pm «simulavano l’assunzione di praticanti giornalisti» per incassare i fondi del ministero dello Sviluppo economico (sequestrato un milione e mezzo di euro). Come premio, ItaliaMia è nella graduatoria del Corecom e ne intascherà altri. Come del resto VideoNola, finita nella stessa indagine «Onde Rotte» e ora al 21° posto.

Ciliegina sulla pastiera, ai fondi accede pure TeleVolla.

Nel febbraio 2008 vennero sequestrati i suoi ripetitori sul Monte Faito: «C’è un abnorme presenza di trasmissioni abusive irradiate mediante canali a uso militare», spiegò la polizia postale. In sostanza, usavano le frequenze delle basi Nato di Capodichino e Bagnoli e la loro audacia verrà premiata con qualche euro pure quest’anno. Vide ’o Corecom quant’è bello, spira tanto sentimento...

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