Tuo: «Accuse ingiuste contro di me»

«Non entro nel merito per dare spiegazioni sui casi esposti da questo comitato che ha il coraggio di contestare l’operato dei carabinieri del Nas accusandoli di essere venuti a svolgere una loro ispezione senza un veterinario, mentre pretendono di essere credibili proponendo un dossier scritto da loro pur non essendo dei veterinari. È chiaro che la loro battaglia nei miei confronti è solo di tipo personale, ma non potendo attaccarmi a questo titolo lo fanno sulla mia professionalità con l’intento di farmi andare via visto che oggi sono costretti a rispettare i regolamenti interni del canile che a loro non piacciono». È duro Enrico Tuo, responsabile veterinario del canile di Genova, che risponde alle accuse rivoltegli da alcuni volontari.
E aggiunge: «In tre anni di onesto lavoro presso il canile municipale sono stato costantemente controllato dalle autorità competenti e da Veterinari preposti a questo lavoro. Ogni cane da me curato e ogni decesso è ampiamente documentato e la documentazione è depositata presso le autorità competenti. Sono sereno e a posto con la mia coscienza, non so loro». Al fianco del dottor Tuo si schiera l’associazione Una. «In merito agli ultimi incresciosi avvenimenti, visto che alcuni volontari stanno spargendo veleni con stupide accuse prive di ogni fondamento sia scientifico che umano, noi volontari del Soccorso Animali vogliamo ribadire la nostra totale fiducia nei confronti di coloro che oggi gestiscono il canile municipale - dicono i volontari -. Ma queste persone hanno già dimenticato di come si presentava il canile nelle gestioni precedenti? Per la maggior parte cani con diarrea, casi di parvavirosi, posti in un box all’umido, alto tasso di mortalità, chiusura totale del dialogo nei confronti dei volontari, frequenti ricambi di medici veterinari».

E proseguono; «Da quando l’attuale gestione ha in mano la situazione si sono verificati solo una trentina di casi di decesso, un terzo dei quali arrivati già deceduti che presentavano gravi traumi, altri deceduti perchè incurabili per patologie neoplastiche terminali, ed altri deceduti per il troppo zelo di alcuni volontari che contravvenivano alle regole imposte dal medico veterinario per salvaguardare la salute dei cani. Avremmo voluto credere che questi comportamenti fossero dovuti al troppo amore per i cani, ma alla luce degli ultimi fatti sospetiamo che non sia così».

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