Mosca. Prima un motore in avaria. Poi il secondo e, subito dopo, anche il terzo fuori uso hanno costretto i piloti ad un atterraggio di emergenza, finito con laereo fuori pista, spezzato in più parti, ed un bilancio di almeno due morti ed una quarantina di feriti di cui otto in condizioni molto gravi. Erano quasi le 14.30 locali quando oggi in uno dei due principali aeroporti internazionali di Mosca - il «Domededovo» - è scattata lemergenza: il volo numero 372 delle linee aeree del Daghestan, partito da poco da un altro scalo moscovita, quello di Vnoukovo a sud-ovest della capitale e diretto a Makhatchkala, in Daghestan, con 172 persone a bordo (tra i 163 passeggeri, di cui 10 bambini, e 9 membri dellequipaggio) ha chiesto alla torre di controllo latterraggio forzato per avaria dei motori. Subito dopo è iniziato lavvicinamento allo scalo. E poi latterraggio con il velivolo che non si è fermato, uscendo dalla pista, e terminando la sua tragica corsa con un bilancio di vite umane che, al momento, si è fermato a due vittime. Ma che rischia di salire. Una quarantina - riferiscono le autorità locali - i feriti di cui 8 in condizioni «gravi» mentre sarebbero tutti illesi i dieci bambini che si trovavano a bordo.
Ancora ignote le cause dellincidente che, ancora una volta, vede coinvolto un Tupolev, modello protagonista di molti incidenti negli ultimi anni (lultimo, prima di oggi, era stato quello in cui persero la vita il presidente polacco Lech Kaczynski nellaprile scorso e altre 95 persone) e che lUe ha bandito dai suoi cieli per ragioni di inquinamento acustico mentre lAreoflot lha eliminato dalla sua flotta per questioni di sicurezza. Esclusa al momento - secondo quanto dichiarato dalla stessa compagnia del Daghistan allInterfax - qualsiasi ipotesi legata al terrorismo, sul terreno restano le cause tecniche e si stanno cercando le scatole nere del velivolo per cercare di far luce sullincidente.
Incidente che - hanno riferito alla stampa russa alcuni passeggeri usciti indenni - poteva finire in una tragedia di dimensioni ancora più vaste: «Laereo ha sfiorato il muro di cinta dello scalo e si è fermato a pochi metri dalla barriera di cemento armato. Se lavesse preso sarebbe stata una catastrofe: si sarebbe incendiato immediatamente».
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