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Turchia, 10 giovani fermati per la strage di Malatya

I fermati sono tutti giovani intorno ai 20 anni. Avevano addosso lo stesso biglietto: "Siamo fratelli e ci stiamo avviando verso la morte". Le violenze degli ultranazionalisti contro i cristiani sono aumentate in vista delle prossime presidenziali

Turchia, 10 giovani fermati 
per la strage di Malatya

Ankara - La polizia turca ha arrestato 10 persone per lo sgozzamento di tre persone dell'editrice cristiana Zirve Publishing a Malatya. L'omicidio, che ha scioccato la Turchia, è l'ultimo di una serie di violenze ai danni della minoranza cristiana del paese. Il governatore di Malatya, Halil Ibrahim Dasoz, ha detto ai giornalisti che il numero delle persone arrestate in connessione all'omicidio è passato a 10 e che tutti i fermati fino ad ora hanno più o meno la stessa età. Il governatore si è però rifiutato di rivelare ulteriori dettagli. I media locali dicono che i primi cinque sospetti fermati hanno tutti 19 o 20 anni.

Violenza confessionale Secondo il quotidiano Milliyet, al momento dell'arresto i sospettati potavano tutti addosso un foglietto con una dichiarazione scritta che diceva: "Siamo fratelli, e ci stiamo avviando verso la morte". Il giornale dice anche che, nei primi interrogatori, i fermati hanno ammesso di aver compiuto la strage "per la patria". L'omicidio dei cristiani è avvenuto in un momento di grande tensione politica fra la potente elite laica del paese, che comprende i vertici militari e della magistratura, e il partito confessionale al potere, chiamato giustizia e sviluppo (Akp). Tema principale dello scontro è l'elezione del presidente della Repubblica, prevista per il mese prossimo.

Erdogan e la presidenza Proprio in questi giorni, infatti, il primo ministro e leader del Akp, Tayyip Erdogan, deve decidere se presentare la propria candidatura per la carica di presidente della Repubblica. Nel caso in cui lo facesse, Erdogan potrebbe facilmente essere eletto, data la larga maggioranza che il suo partito, di matrice islamica moderata, gode in parlamento. Questa, però, sarebbe la prima volta dalla fondazione della Repubblica che il ruolo di capo dello Stato andrebbe a essere ricoperto da una personalità con forti credenze religiose, cosa non vista di buon occhio dall'elite secolare del paese.

Attacchi ai cristiani Negli ultimi anni, la società turca, composta prevalentemente da musulmani sunniti, è stata attraversata da un'ondata di nazionalismo. Per molti nazionalisti, i missionari cristiani rappresentano nemici della patria che lavorano per minare le fondamenta delle istituzioni politiche e religiose del paese. Anche alcune frange di estremisti islamici hanno tentato più volte di colpire i missionari cristiani che vivono in Turchia.

La nazionae, nel frattempo, sta cercando di essere ammessa nel club dell'Unione europea.

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