Ricucire a tutti i costi i rapporti fra la Turchia e Israele, dopo che il 29 gennaio al Forum di Davos il premier turco Tayyip Erdogan ha abbandonato polemicamente la sala della conferenza per non aver potuto replicare al presidente israeliano Shimon Peres. È per questo che la Tv pubblica turca (Trt) ha deciso di tagliare diverse scene di un controverso sceneggiato la cui messa in onda aveva giorni fa acuito la tensione già esistente fra Ankara e Tel Aviv, in quanto vi si vedevano soldati israeliani sparare contro bambini palestinesi.
La prima puntata dello sceneggiato, intitolato «Separazione: Palestina in amore e in guerra», era andata in onda il 13 ottobre e aveva fatto infuriare le autorità israeliane, per le quali il programma «incitava all'odio nei confronti di Israele». In particolare in quella puntata si vedevano soldati uccidere un neonato, una bambina e un vecchio, tutti palestinesi.
A Davos, il motivo dell'uscita di Erdogan dalla sale era stato la questione dell'operazione militare israeliana «Piombo fuso» contro il movimento integralista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza. La Turchia, che da anni ha un'alleanza strategica con lo Stato ebraico e buoni rapporti con tutti i Paesi arabi e l' Iran, è una nazione laica ma a maggioranza islamica e si era apertamente schierata contro Israele in seguito all'attacco contro Gaza.
L'ultima intesa ufficiale di cooperazione militare fra Tel Aviv e Ankara risale al febbraio 1996 ma i rapporti di collaborazione strategica tra i due Paesi datano dagli Anni '50.
Si era in piena «guerra fredda» e a Washington la Turchia era considerata una piattaforma strategica in funzione anti-Urss ma anche per tenere sotto controllo gli interessi americani in Medio Oriente. Fu quindi con il beneplacito di Washington che Turchia e Israele nel 1958 stipularono un patto militare segreto, poche settimane dopo il golpe repubblicano del 14 luglio che aveva portato al potere a Bagdad il nasseriano Abdel Karim Kassem.
Quest'intesa fu il culmine dei già ottimi rapporti israelo-turchi e rappresentò la realizzazione della «strategia periferica» voluta dal premier israeliano David Ben Gurion.
Il patto israelo-turco fu firmato tra il 29 e il 30 agosto 1958 ad Ankara da Ben Gurion e dal collega turco Adnan Menderes. Per mantenere l'incontro segreto, il velivolo su cui viaggiava il premier israeliano atterrò all'aeroporto di Ankara simulando «problemi tecnici» e i camerieri che servirono il pranzo ai due capi di governo erano funzionari del ministero degli Esteri turco. Fu nello stesso periodo che Ankara e Tel Aviv formalizzarono la cooperazione di fatto già esistente tra i rispettivi servizi segreti.
Nonostante tutto ciò, il premier turco Erdogan - come concordano analisti locali - ha creato l'incidente di Davos per accaparrarsi le simpatie degli elettori più filo-islamici in vista delle imminenti elezioni amministrative del 29 marzo successivo vinte comunque con il risicato margine del 39%.
Poi, ai primi di ottobre, è scoppiata la crisi diplomatica causata dall'annullamento unilaterale da parte di Ankara di una esercitazione aerea cui doveva partecipare anche l'aeronautica israeliana. Le manovre, secondo Israele, sarebbero state annullate da Ankara in segno di disapprovazione per l'attacco contro la Striscia di Gaza. Ma, come ha rivelato il portavoce del governo turco Cemil Cicek, la decisione di annullare la partecipazione di Israele alle manovre congiunte è stata presa dallo Stato Maggiore della Difesa turca su proposta dei vertici dell'aeronautica militare per la mancata consegna di sette dei dieci aerei spia Heron (droni, cioè senza pilota) commissionati nel 2005 dalla Turchia all'Industria aeronautica israeliana con un contratto del valore di 180 milioni di dollari.
Lo sceneggiato, comunque, sta provocando attriti anche fra Turchia ed Iran.
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